La chiesa 'ritrovata' sotto il parcheggio di piazzale Kennedy: che fine farà?

Si tratta della chiesa di Sant'Agnese, costruita nel V secolo: finora se ne era solo letto sui libri LE FOTO

La chiesa ritrovata in piazzale Kennedy a Ravenna (Foto Corelli)

La chiesa ritrovata in piazzale Kennedy a Ravenna (Foto Corelli)

Ravenna, 6 ottobre 2015 - I primi reperti a riaffiorare nel cantiere per la riqualificazione di piazza Kennedy, storico parcheggio di Ravenna destinato, tra mille polemiche, alla pedonalizzazione, sono state alcune ossa umane. Era il 26 giugno e i lavori erano iniziati da pochi giorni. FOTO

Le ossa sono state subito collegate alla chiesa di Sant’Agnese. Lo disse senza indugi Valentina Manzelli, funzionario archeologo della soprintendenza dell’Emilia Romagna, spiegando che quella era proprio la zona in cui, secondo le fonti, si trovava la chiesa prima della demolizione. Niente di più facile allora che si trattasse di sepolture legate all’edificio di culto.

E infatti la settimana scorsa, a circa 1,20 metri dalla superficie stradale, è stato rinvenuto il muro perimetrale sud della chiesa ricostruita nel 1682, con due poderose arcate a tutto sesto. Un’occasione unica per gli archeologi impegnati nel cantiere, perché di quella chiesa del V secolo si era sempre e solo letto sui libri, senza riscontri concreti.

Probabilmente fu fatta costruire da Gemello, prefetto della chiesa ravennate in Sicilia, ed era, secondo quanto scrive l’archeologo ravennate monsignor Mario Mazzotti nel 1936, ‘una delle più antiche e venerande della città’.

Consacrata da Massimiano, era costituita da tre navate sorrette da colonne. Nel XII secolo subì una radicale trasformazione e nel 1682 fu ricostruita e ridotta ad una sola navata con due grandi cappelle laterali. Fu distrutta nel 1808.

I ritrovamenti sono di particolare interesse anche per il buono stato di conservazione. Il muro in mattoni fungeva da tamponamento agli intercolunni dell’edificio del XII secolo, mentre i due archi di scarico furono costruiti in appoggio al muro della facciata, con a fianco un pilastro in muratura a sezione quadrata. L’arco più vicino al muro è conservato integralmente, l’altro è stato troncato dal passaggio di una conduttura moderna negli anni ’30 del secolo scorso, quando la piazza fu rifatta.

Ora si pone il problema di cosa fare di questi resti che, da giorni, attirano ravennati e turisti. Non è un fatto inedito, certo, perché ogni cantiere del centro a Ravenna si porta dietro storie di ritrovamenti, alcuni eclatanti. Basta ricordare, ad esempio, la ‘Domus dei Tappeti di pietra’ in via D’Azeglio: nel 1993 la Cmca di Cotignola stava scavando per la realizzazione dei garage interrati nell’ambito della ristrutturazione di un palazzo, gli operai erano arrivati a circa quattro metri dal livello stradale, quando si imbatterono in alcuni mosaici, che si rivelarono poi una delle scoperte archeologiche italiane più importanti degli ultimi anni.