Giovedì 18 Aprile 2024

Maltrattamenti all’asilo, stangata per la quarta maestra: condannata per maltrattamenti

Pena di un anno, il pm aveva chiesto una multa

L’ingresso dell’asilo

L’ingresso dell’asilo

Conselice (Ravenna), 27 novembre 2014 - Chiamatela, se volete, condanna esemplare. Oppure colpo di scena giudiziario. Alba Alberti, 59 anni, ex educatrice del nido degli Mazzanti di Conselice, alla sbarra c'era finita con l'accusa di favoreggiamento: avrebbe coperto le tre colleghe, già giudicate, responsabili di aver maltrattato per quattro anni, dal 2006 al 2010, 42 bimbi tra gli 11 i 36 mesi. Ma ieri sera, dall'aula del Tribunale di Ravenna, è uscita con un'accusa ben più infamante: maltrattamenti per omissione. Un anno di reclusione, la decisione del giudice monocratico Corrado Schiaretti dopo 4 ore di camera di consiglio, che l'ha invece assolta per il favoreggiamento.

Entro 90 giorni le motivazioni della sentenza, di primo grado. Insomma, lei responsabile e complice di quegli orrori come le altre, o quasi. Come Monica Medri, la coordinatrice al cui cospetto le colleghe tremavano, condannata con rito abbreviato a tre anni e due mesi. Come la dada Aba Nigro, 45 anni, che ieri, durante la lettura della sentenza, le stava accanto. E come Michela Brunetti, l'educatrice 45enne che aveva patteggiato un anno e 8 mesi. A differenza della altre tre, dipendenti della cooperativa Zero Cento che ancora oggi, dopo la pulizia giudiziaria, gestisce quel nido , Alba Alberti era una dipendente comunale e come tale referente dell'amministrazione.

Per lei il pubblico ministero Stefano Stargiotti aveva chiesto una pena di 1500 euro di multa: non per il favoreggiamento quanto per l'omessa denuncia: per questo reato il massimo è 500 euro, triplicato dalla continuazione. Secondo l'accusa, pur sapendo aveva taciuto, peraltro negando agli inquirenti taluni gravissimi episodi collocati nella struttura. «Ha mentito al Comune poi ai carabinieri la dura requisitoria del pm Stargiotti non per aiutare le colleghe, che peraltro all'epoca erano già arrestate, ma per proteggere se stessa da ripercussioni penali e disciplinari». Per la Procura quella maestra non poteva non sapere.

«Come dipendente pubblico aveva l'obbligo di segnalare, invece è stata totalmente assente, arrivando al punto di negare. Una stagista, in poche settimane di permanenza estiva ha sottolineato il pm aveva riscontrato i maltrattamenti, bambini coperti con le lenzuola e schiaffeggiati quando non dormivano. La Alberti, in un asilo così piccolo, non poteva non aver visto. Bastava lavorarci, per vedere». A ciò va aggiunto il fatto che almeno quattro colleghe tra le quali una dada (pure dipcom') con la quale ebbe un drammatico confronto davanti a sindaco e assessore il 7 dicembre 2010 le avevano riferito tutto, in quanto ritenuta maestra esperta e credibile. Eppure, come lei, anche questi testimoni non hanno mosso un dito. E non pagheranno. IL PM, oltre ai noti strattonamenti e schiaffi, ha ricordato altri episodi: bimbi costretti a mangiare il cibo rigurgitato, un altro buttato a terra per scherno e definito down'. E il Comune di Conselice? Non avrebbe chiesto un risarcimento, ma i genitori lo hanno già condannato': un mese per denunciare i fatti da quando ne era venuto a conoscenza. Le famiglie, invece, dovranno essere risarcite in sede civile (avvocati Nicola Montefiori, Rita Gavioli e Maurizio Brugnatti). Comprese quelle non coinvolte direttamente nei maltrattamenti: i loro figli hanno assistito, subendone un danno psicologico permanente.