Bancarotta da 32 milioni, l’immobiliarista Musca resta in carcere

Il Riesame conferma carcere pure per la moglie e domiciliari per il figlio. La soddisfazione della Procura: «Emerge la gravità delle condotte»

GIUSEPPE MUSCA L’immobiliarista deve restare  in carcere (foto Zani)

GIUSEPPE MUSCA L’immobiliarista deve restare in carcere (foto Zani)

Ravenna, 29 luglio 2016 - Dovrà rimanere in carcere Giuseppe Musca, il noto immobiliarista 66enne originario di Palermo ma da tempo residente a Ravenna dove a metà anni ’80 fu vicesindaco con i Socialisti e fermato dalla guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per bancarotta fraudolenta per un totale di 32 milioni di euro. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Bologna confermando anche i domiciliari per il figlio 36enne Nicola e la carcerazione per la moglie, la 47enne commercialista Susi Ghiselli, entrambi indagati nell’ambito medesimo procedimento.

A renderlo noto è la Procura di Ravenna che ha espresso «soddisfazione per il provvedimento con il quale il Riesame ha confermato le ordinanze di misura cautelare attestando così la solidità dell’impianto accusatorio faticosamente costruito a seguito delle complesse e delicate indagini svolte in collaborazione con Finanza ravennate. Le indagini - ha continuato la Procura - tuttavia proseguono con il massimo impegno per rafforzare ulteriormente un quadro probatorio che si delinea sempre più preciso e articolato e dal quale emerge la gravità delle condotte poste in essere dagli indagati e la pericolosità degli stessi».