Infinito Benelli, una carrellata di ricordi e aneddoti / FOTO

Presentato il libro di Roberto Romin sulla storia dello stadio di Ravenna inaugurato nel '66 dopo 11 anni di gestazione

Da sinistra l'assessore Fagnani, Giorgio Bartolini, Roberto Romin e Umberto Suprani

Da sinistra l'assessore Fagnani, Giorgio Bartolini, Roberto Romin e Umberto Suprani

Ravenna, 14 dicembre 2017 -  Ricordi, aneddoti e personaggi. ‘Infinito Benelli, l’appassionante storia dello stadio di Ravenna’, il libro di Roberto Romin presentato questa mattina in Municipio, è stato un assist decisivo per una carrellata di episodi legati al mondo del calcio cittadino, rievocata dai protagonisti e dai testimoni oculari della inaugurazione,come l’ex giocatore e presidente onorario del Ravenna Fc Giorgio Bartolini e il presidente del Coni regionale Umberto Suprani. Ma non solo, perché lo stadio Benelli, che da poco ha compiuto i 50 anni di vita, è stato il teatro anche di sfide di basket (gli Harlem Globtrotters nel ’67) e di boxe (il modiale dei pesi medi nell’88) (FOTO). ‘Infinito Benelli’ (Edizioni Mistral, 128 pagine, 90 fotografie, 24 euro) è l’appassionate storia – soprattutto fotografica, grazie alle 90 immagini, molte delle quali inedite, corredate da un accuratissimo impianto didascalico – dello stadio di Ravenna e di tutto quello che lo ha preceduto, dal campo di Piazza d’Armi all’ippodromo di Santa Maria in Porto, fino al polisportivo Darsena. ‘Infinito Benelli’ è un libro di storia. Ma è anche un libro di architettura e di sport, che evoca ricordi ed emozioni in generazioni di ravennati, così come nei giocatori avversari e negli sportivi forestieri che, nel corso delle varie stagioni, hanno avuto a che fare con le atmosfere infuocate della vecchia Darsena e con quelle più raffinate, ma non meno suggestive, dello stadio Benelli. Infinito Benelli è la storia infinita – perché durata 11 anni dall’idea alla realizzazione – di un impianto sportivo unico nel suo genere in Italia già quando fu concepito nel ’55, e poi inaugurato nel ’66. Insomma, un vero e proprio gioiello di architettura – il rigore delle linee rette con la plasticità delle ellissi – applicata al calcio, con una speciale e non scontata considerazione per lo spettatore, coccolato dal profilo sinuoso degli spalti. Un gioiello (edificato dalla Cmc e rimodernato dall’impresa Casalini) che, ancora oggi, nonostante l’ampliamento reso necessario per la promozione in serie B della squadra giallorossa nel ’93, presenta una silhouette di esclusiva modernità. Di rilievo, e non banale, è il contributo di Bobo Vieri, ovvero il più grande calciatore ‘all time’ mai transitato dal Benelli con la maglia giallorossa, al pari degli interventi delle ‘bandiere’ Giorgio Bartolini, autore nel settembre ’66 del primo gol nel nuovo stadio, e Gianni Pirazzini.