Ravenna, la rete che ‘cancella’ la partita. Tifo in rivolta

Con la serie C torna anche la famigerata protezione dietro la porta

L'immagine della rete

L'immagine della rete

Ravenna, 9 agosto 2017 - «Con il ritorno tra i professionisti, tornano purtroppo anche alcune ‘cattive abitudini’. Una di queste è senz’altro l’innalzamento della rete di fronte alla Curva Mero». Gli ultras del Ravenna lanciano il proprio grido di protesta. L’installazione della rete a protezione del campo di gioco ha riportato alla ribalta il problema della visibilità. Con quella rete a maglie così strette, è pressoché impossibile vedere la partita. Una analoga situazione si era verificata a inizio 2013 quando il Benelli tornò agibile dopo i ‘disastri’ susseguenti alla gestione Aletti. Alla riapertura dell’impianto per ospitare le gare del campionato di Promozione, i tifosi si trovarono una brutta sorpresa, tant’è vero che – in attesa di ripristinare lo status quo – si spostarono tutti in tribuna per assistere alla partita col Bagnacavallo.

«La cosa divertente – fu il commento caustico – è che in gran parte degli stadi d’Italia, le reti e le recinzioni vengono soppresse, mentre a Ravenna, e solo a Ravenna, vengono implementate: praticamente funzioniamo al contrario». La rete, installata dal Comune, e costata peraltro parecchie centinaia di euro, fu rimossa. Ora però il problema si è riproposto. Stessa tipologia di rete, stesso risultato. Gli ultras hanno assistito al match contro il Santarcangelo dalla tribuna, ma solo perché il cantiere della curva Mero è ancora aperto, e il settore è inagibile.

Se ne riparlerà il 27 agosto, o al più tardi il 3 settembre, quando cioè comincerà il campionato di serie C. Nel frattempo però gli ultras hanno sollevato il problema: «Non ne capiamo onestamente l’utilità, visto e considerato che in più di cento anni di storia del nostro club, un solo episodio di oggetti tirati dagli spalti si è verificato ben 21 anni fa». Qualcuno punta l’indice, oltre che sulla rete di protezione, anche sulla ringhiera metallica che divide gli spalti dal campo di gioco. Lodevole, e cromaticamente ad effetto grazie ai seggiolini colorati, è stata la soluzione studiata dal Comune per rendere di nuovo agibile la parte inferiore della curva. Ma una recinzione così alta impedirà di vedere le partite. Tornare al fossato – tombato nel ’93 – è probabilmente impossibile, ma l’abbattimento delle barriere è una strada che andrebbe perseguita. Del resto, gli ultras – sempre con riferimento alla rete – hanno anche aggiunto che, «se si paga un biglietto o un abbonamento (rispettivamente 10 e 100 euro, nda), si pretende di vedere la partita. Ci auguriamo che si possa trovare prontamente una soluzione già entro la prossima partita in casa, se così non fosse, ci riserviamo di attuare diverse forme di protesta».