Camionista a terra col cranio fracassato a Ravenna, nessun testimone

Mistero a San Romualdo, il 61enne aveva appena lasciato il suo mezzo sulla pesa. Si cerca chi lo avrebbe investito

Il 61enne Giovanni Bravi è stato trovato con il cranio fracassato

Il 61enne Giovanni Bravi è stato trovato con il cranio fracassato

Ravenna, 19 luglio 2016 - Quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo viaggio della sua giornata di lavoro è diventato l’ultimo viaggio della sua vita. Un rompicapo la morte di Giovanni Bravi, camionista 61enne di Sant’Antonio trovato con il cranio fracassato nel tardo pomeriggio di ieri all’interno della cooperativa agricola Sopred di San Romualdo, in via Sant’Alberto 339. Inutile la corsa degli operatori del 118: l’uomo è deceduto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Quando i carabinieri dell’Investigativo sono giunti sul posto, hanno trovato il suo camion carico di balle di paglia ancora fermo sulla pesa. La scritta rossa del display elettronico fissato al muro oscillava attorno ai 15.500 chili. E lo sportello di sinistra del mezzo, quello rivolto verso il vasto piazzale, era ancora aperto.

Il 61enne dev’essere insomma sceso convinto che di lì a breve avrebbe fatto ritorno in cabina per rincasare. Poi si è incamminato per un centinaio di metri lungo il piazzale. Ed è lì, quasi al centro del rettangolo di cemento, che è stato trovato esanime.

Nessun testimone dell’accaduto, a parte chi l’ha ucciso naturalmente. Il ragazzo addetto alla pesatura era infatti rientrato in ufficio mentre gli altri operai in quel momento si trovavano all’interno dei numerosi locali della cooperativa. «Ha pesato che saranno state le 17.40», continua a ripetere al telefonino un collega con gli occhi umidi di lacrime. Nessuno per ora ha voglia di parlare. Sono tutti seduti su a osservare i militari impegnati nei rilievi.

Molta attenzione è stata in particolare dedicata ai grandi mezzi agricoli parcheggiati sul lato del piazzale a destra dell’ingresso. Una flotta di giganti sulle cui ruote (o sulle spigolose parti metalliche) potrebbe essere scritta la soluzione del giallo. L’ipotesi principale formulata a caldo dagli inquirenti, è insomma quella di un incidente. Qualcuno che durante una manovra abbia cioè schiacciato il 61enne non accorgendosi della sua presenza a causa dell’elevata distanza da terra delle cabine di certe macchine agricole: ciò impedisce una chiara visuale di cose o persone che si trovino a breve distanza.

È la ragione per la quale durante i rilievi, i militari della Scientifica hanno scandagliato anche il piazzale palmo a palmo alla ricerca di tracce di pneumatici segnati dall’accaduto. Analoghe tracce sono state cercate pure sul corpo della vittima. Ma se anche si fosse trattato di un incidente di manovra, il dopo rimarrebbe comunque un giallo: l’investitore non si è accorto dell’accaduto oppure se ne è andato confidando sul fatto che non c’era nessuno in quel momento? Al lumicino invece l’ipotesi di un investimento volontario, cioè di un omicidio. Appare per ora poco plausibile che qualcuno abbia deliberatamente puntato e investito l’uomo in un piazzale così grande e dunque con tante vie di fuga.

Per tentare di chiarire ogni dubbio, sul posto verso le 21 è giunto anche il pm di turno Cristina D’Aniello. «Lo conoscevamo un po’ tutti qui in paese – ricorda Stefano Briccolani, presidente della pro loco di Sant’Antonio –. Abitava in via Pile e si vedeva spesso al lavoro sul trattore ma anche alle feste paesane. Una famiglia storica e numerosa la sua, davvero incredibile quello che è accaduto».