Area Vasta sotto inchiesta: carabinieri negli uffici dell'Ausl

Acquisiti centinaia di documenti relativi alla costituzione della sanità romagnola

Carabinieri negli uffici dell'Ausl (foto Corelli)

Carabinieri negli uffici dell'Ausl (foto Corelli)

Ravenna, 21 ottobre 2014 - L’Asl romagnola è al centro di una inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura della Repubblica di Ravenna e ieri, per oltre otto ore, i carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale sono rimasti all’interno della sede ravennate di via De Gasperi per acquisire un voluminoso pacco di documenti. Analoghe acquisizioni di documenti sono avvenute presso le sedi delle Asl di Rimini, Cesena e Forlì. L’indagine riguarda ipotesi di reato contro la Pubblica amministrazione, in primo luogo l’abuso d’ufficio; si tratta di una inchiesta appena agli inizi, ma a quanto pare già sarebbero iscritti nel registro degli indagati i nominativi di diversi manager dell’Asl ravennate.

Titolari dell’inchiesta sono i pm Monica Gargiulo e Angela Scorza. Inizialmente l’indagine era delegata al pm Gargiulo, ma la sua prevedibile vastità e durata e quindi, il prevedibile notevole impegno da profondere, hanno consigliato il procuratore capo Alessandro Mancini di mettere in campo anche il pm Scorza. 

L’indagine, a quanto pare, è stata avviata sulla base di una precisa segnalazione relativa ad interrogativi sorti circa modalità e spese sostenute e da sostenere per la costituzione dell’Area vasta della sanità, il cui atto di nascita reca la data del primo gennaio 2014.

I carabinieri si sono presentati ieri mattina poco prima delle 10 al quarto piano (dove ci sono gli uffici dei dirigenti) del palazzone di via De Gasperi e hanno mostrato l’ordine di esibizione di un lungo elenco di documenti, tutti peraltro pubblici e pubblicati anche sul sito internet dell’Asl. In particolare sono stati acquisiti, fra l’altro, i bilanci dell’Asl ravennate degli anni 2011, 2012 e 2013 e il bilancio preventivo dell’Asl romagnola 2014, i documenti relativi alle nomine dei ventitrè dirigenti-coordinatori dell’Asl romagnola (ovvero le delibere e i relativi atti di nomina a firma del direttore generale) e il regolamento relativo agli incarichi professionali esterni, in particolare nel settore legale.

Fra i documenti acquisiti c’è anche la risposta che la dirigenza dell’Asl romagnola (il direttore generale è Andrea Des Dorides, già direttore generale dell’Asl di Ravenna) recentemente ha fornito alla Regione per rispondere a una interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia, Luca Bartolini, che ai primi di settembre denunciò pubblicamente: «L’Asl romagnola in appena otto mesi ha già accumulato un passivo di 20 milioni di euro». Bartolini sosteneva che il passivo era frutto del pesante disavanzo accumulato dall’Asl di Ravenna che però era stato inizialmente mascherato. 

Obiettivo della Procura è quello di accertare se l’organizzazione dell’Asl romagnola, peraltro ancora in corso di definizione, sia stata condotta o meno nel pieno rispetto delle leggi. Per quanto riguarda ad esempio gli incarichi ai legali, la magistratura vuole accertare se l’elenco compilato ai primi dell’anno corrisponda o meno ai criteri del regolamento e se il regolamento nasconda o meno percorsi che possano aver favorito qualche legale puttosto di altri. Ovviamente lo stesso discorso vale per la scelta dei dirigenti e dei coordinatori nominati

Per quanto riguarda i legali ai primi dell’anno era stato pubblicato un bando con l’indicazione dei documenti chiesti. Fra questi, il curriculum. Un’apposita commissione ha poi scelto i legali, una trentina. Si tratta degli avvocati cui possono rivolgersi, senza spese, i medici e gli infermieri dell’Area vasta indagati per colpe professionali.