Ravenna, 20 maggio 2010 - IL TRIBUNALE del riesame di Caltanissetta ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa a fine aprile dal gip nisseno nei confronti dell’ingegnere ravennate Gianni Cavallini indagato per associazione a delinquere finalizzata alla frode nelle pubbliche forniture. All’epoca finirono in carcere o ai ‘domiciliari’ quattordici persone, fra boss mafiosi, autotrasportatori siciliani e manager della Calcestruzzi.


Il ricorso era stato presentato dai difensori di Cavallini, gli avvocati Ermanno Cicognani e Mauro Brighi, pochi giorni dopo l’interrogatorio di garanzia svoltosi per rogatoria il 30 aprile davanti al gip di Ravenna. Nei giorni successivi il gip nisseno, accogliendo la pregressa richiesta avanzata dai difensori, modificò la misura degli arresti domiciliari per l'ingegnere in quella dell’obbligo di firma.


Intanto il tribunale del riesame aveva fissato per ieri mattina l’udienza relativa al ricorso che è stato pienamente accolto con l’annullamento della misura cautelare. Il dispositivo subito trasmesso ai difensori non spiega sotto quale profilo sia stata adottata la decisione (la motivazione sarà depositata fra qualche tempo), ma il riferimento all’annullamento (e non alla revoca) fa ipotizzare che il ricorso sia stato accolto proprio nel merito, nel senso cioè della insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza necessari per la misura.


La condotta contestata è quella di aver promosso e organizzato l’associazione a delinquere finalizzata, attraverso una manipolazione del sistema informatico della Calcestruzzi spa, alla alterazione dei dati di gestione produttiva del calcestruzzo fornito per appalti pubblici, nel senso di renderlo povero di cemento.


L'ingegnere si è difeso sostenendo che lui, quale consulente esterno, si limitava a inserire dati da altri forniti, mentre la prospettazione difensiva avanzata faceva leva sul fatto singolare per cui l’alterazione dei dati era stata riscontrata solo per forniture fatte in Sicilia, mentre il sistema informatico era utilizzato per le forniture in tutta Italia: come spiegare questa contraddizione se non con la circostanza per cui non il sistema centrale era alterato, ma erano i responsabili zonali di Calcestruzzi spa in Sicilia a fornire dati alterati?
Verosimilmente potrebbe essere questa la tesi accolta dal tribunale del riesame.