Ravenna, 28 giugno 2010 - «NON CORRO ma volo. Contro la sclerosi multipla». Nel vero senso della parola. Andrea Silvestrone, malato da quattro anni, ha fatto un volo di 4.500 metri ed è atterrato con il paracadute sul prato verde del campo di La Spreta.


«Sono emozionato ma soprattutto motivato — dice Andrea prima di salire sull’aereo —: l’emozione di un abbraccio di migliaia di persone che hanno questo problema». La sua malattia è stata diagnosticata il giorno del suo compleanno di quattro anni fa ed è andata progressivamente peggiorando.

«La libertà è un concetto relativo — sottolinea — come il camminare. Quello che facciamo oggi è un simbolo, un’idea che serve a se stessi ma anche agli altri, come esempio, per avere forza. Mi do la carica e cerco di darla a chi non ce l’ha. Il bello è che mi sono sempre occupato di volontariato e adesso devo essere coerente con quello che ho sempre predicato. Del resto quando siamo in volo siamo tutti uguali». Andrea si è buttato con il fratello Luca, titolare di Servimpresa che ha sostenuto l’iniziativa, l’amico Eric, Vincenzo Papi e Rudi Capucci della Lega Nord.

«Questa iniziativa è completamente apolitica — spiega Luca Silvestrone —, infatti è stata appoggiata in pratica da tutti i partiti. Faremo una raccolta fondi per l’Aism (associazione italiana sclerosi multipla) che si concluderà con una serata il 14 luglio al bagno ‘Mio capitano’ a Marina di Ravenna in cui saranno proiettati anche i filmati di questa giornata». «I limiti sono sempre relativi — conclude Andrea —, tutto può essere superato con la forza di volontà. Io sono separato e adesso convivo con Barbara, ho una bellissima bambina di 17 mesi e un altro figlio in arrivo. Il dolore genera vita». «Questa è un’ottima iniziativa che dimostra che si può fare molto anche se si hanno gravi patologie — evidenzia Liana Piolanti, presidente di Aism Ravenna — per se stessi ma anche per gli altri». Il dato nazionale parla di un malato di sclerosi multipla ogni mille abitanti. Quando colpisce gli arti inferiori si smette progressivamente di camminare. Ma c’è chi impara a volare.