Ravenna, 31 agosto 2010 - DAPPRIMA denunciò ai carabinieri di essere stato derubato in casa da ignoti durante la notte, forse dopo essere stato narcotizzato; poi due mesi dopo cambiò versione e diede un nome e un volto al presunto ladro (meglio, rapinatore) indicandolo in una ragazza che di professione gli aveva detto di fare la ‘pr’, pubbliche relazioni con toccate in camera da letto.

 A conclusione delle indagini — svolte dai carabinieri di Mezzano e coordinate dal pm Isabella Cavallari — si avvicina la richiesta di rinvio a giudizio per lei, una ragazza di 32 anni originaria della Sicilia, per l’ipotesi di reato di rapina e di lui, 38enne titolare di un ristorante in una frazione del Ravennate, per l’ipotesi di reato di simulazione di reato per aver denunciato, nell’occasione, la scomparsa di settanta stecche di sigarette in realtà consegnate invece a una terza persona. La ragazza è difesa dall’avvocato Luca Orsini, mentre il ristoratore è assistito dall’avvocato Francesco Manetti.


I fatti risalgono al 4 agosto 2008. All’epoca l’uomo denunciò ai carabinieri di essere stato vittima di un furto ad opera di ignoti. «Quando mi sono svegliato ero intontito, come se fossi stato narcotizzato e ho scoperto la camera a soqquadro. Mancavano portafoglio, quasi quattromila euro, due bancomat e «settanta stecche di sigarette». A metà settembre i carabinieri ebbero informazioni circa l’identità probabile dell’autore del furto, una ragazza e, delegati dal pm, chiesero chiarimenti al derubato. Il quale spontaneamente ammise di essere stato derubato da una ragazza che conosceva di nome e di cui aveva il numero di cellulare (e che identificò in foto) che la sera del 4 agosto 2008 era andata a casa sua.