Ravenna, 25 novembre 2010 - Chi pensa che le suore di clausura vivano in una ‘bolla’, escluse completamente dal mondo, cambierà sicuramente idea cliccando su ‘youtube’ le parole monache di clausura di Ravenna. Nel più famoso sito di filmati ci sono anche loro, le carmelitane del monastero di via Guaccimanni, che si affidano al web sia per pubblicizzare particolari eventi o ricorrenze, sia per spiegare al mondo esterno il perchè della loro vocazione, della scelta di chiudersi in un convento per dedicarsi completamente a Dio e alla preghiera.

«E’ un'idea nata circa un anno fa — spiega con la sua innata simpatia e disponibilità suor Maria Anastasia, la ‘superiora’ delle monache carmelitane — con l’intento di aprirci all’esterno, cioè di far conoscere a tutti le nostre attività e il perchè della nostra scelta che, a molti, può apparire strana se non pazza. Grazie all’impegno di Corrado Maria Giove che ha fatto da regista ai nostri filmati, ci siamo mostrate davanti alla telecamera per quello che siamo, con grande semplicità. E, stando ai riscontri avuti sempre da internet, ad esempio su facebook devo dire che i nostri filmati hanno riscosso grande interesse. Al punto che di alcuni video stiamo curando la versione in lingua inglese, così da poter essere visionati anche all’estero».

In particolare c’è un video che spiega bene cosa significhi essere monaca di clausura ed è quello intitolato 'Ruah, la mistica voce dello Spirito'. E’ diviso in due parti, una di 10 minuti e l’altra di 8, ed è stato visionato (per quanto riguarda la seconda parte) più di mille volte. Nel video diverse monache (attualmente nel monastero di via Guaccimanni sono in 15) spiegano come è nata la loro vocazione. Così si scopre che c’è chi, come suor Barbara, è entrata in clausura a soli 15 anni nel 1976 e chi, come suor Elisabetta, è bravissima a realizzare stupende icone, ma prima di entrare in convento non si era mai dedicata al disegno.

La stessa ‘madre superiora’, suor Anastasia, ha sentito la chiamata di Dio in modo insolito, quando si trovava a 16 anni in California per un anno di studi. Suor Elena invece ha lasciato un impiego sicuro nell’esattoria comunale per entrare in clausura e ora è l’infermiera del monastero, mentre per suor Paola (come anche per suor Anastasia) è stata fondamentale l’esperienza negli scout per capire quale fosse la sua strada. Le monache quindi come insolite attrici, ma anche con un pizzico di umorismo, come si può vedere nel filmato ‘Maria nel giardino del Carmelo’, «perchè è giusto che i video non siano noiosi, se no non li guarda nessuno».

Ma i filmati sono anche l’occasione per ammirare un ’gioiello’ nascosto come il monastero di via Guaccimanni del quale vengono mostrati gli interni, e per vedere le piccole fatiche quotidiane delle suore impegnate nell’orto, in cucina, in lavori di falegnameria, a girare in bici all’interno dei corridoi o a giocare con la cagnetta Chicca, un bel volpino bianco.

«Grazie a questi video — aggiunge suor Anastasia — riusciamo a raggiungere persone che mai varcherebbero il nostro portone di via Guaccimanni e mai si avvicinerebbero a noi. Questo è un modo giusto, buono, di utilizzare le nuove tecnologie. Su questo è d’accordo anche il vescovo. il quale sa che siamo su internet e che che grazie al web possiamo far conoscere e capire le nostre scelte. E poi tante volte ci viene chiesto di intervenire a convegni o a incontri con i giovani. E’ chiaro che essendo in clausura non possiamo muoverci, ma tramite i filmati è quasi come se fossimo in teleconferenza».