Faenza, 12 gennaio 2011 - Sulla moria di tortore a Faenza è attivo un coordinamento tra istituzioni per monitorare la situazione. Lo assicura la Provincia di Ravenna, alla luce del caso riscontrato in prossimità della zona industriale faentina: un fenomeno “apparentemente molto superiore ad analoghi episodi che, purtroppo, si manifestano con ricorrente ciclicità”, come sottolinea in una nota l'ente nel ricostruire quanto fatto sinora. In particolare, è stata “immediata” l'attivazione delle istituzioni (Provincia e Comune di Faenza, Corpo Forestale dello Stato e Ausl) “allo scopo di conoscere le possibili cause dell'improvviso evento, nonché accertare eventuali sospette epidemie e/o zoonosi”.

In particolare, sia il Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale) del Comando provinciale di Ravenna del Cfs, sia i servizi veterinari dell'Ausl ravennate, hanno operato diversi campionamenti, di cui si sta attendendo il completamento degli esiti di laboratorio, sia sulle carcasse degli animali trovati a terra, sia sui semi in lavorazione nei pressi dei luoghi interessati dall'evento e che costituiscono cibo per le tortore. Ai laboratori dell'Izsler (Istituto zooprofilatico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna), sezione di Lugo e Forlì, sono stati inviati, continuativamente e con cadenza giornaliera, campioni di carcasse, prelevati in siti diversi del territorio interessato, dal 2 al 4 gennaio.

La Provincia segnala che “il quadro anatomopatologico riscontrato evidenzia la presenza di notevoli quantità di semi di girasole nel gozzo e segni di sofferenza a carico di fegato e reni, che richiedono pertanto l'approfondimento di esami diagnostici di natura microbiologica, virologica, istologica e chimico-tossicologica, peraltro già in corso”.

Inoltre “gli esami batteriologici hanno dato esito negativo”, prosegue la nota della Provincia di Ravenna, mentre “dal punto di vista microbiologico i referti escludono la presenza di virus influenzali di tipo A”. E' stata però riscontrata “la presenza del paramyxovirus aviare, che non comporta rischi per l'uomo, che al momento è in corso di tipizzazione da parte dei laboratori di referenza. Infatti, per capire se tale presenza può essere causa o concausa della morte degli animali, bisogna attendere la definizione dell'indice di patogenicità di cui si sta occupando l'Istituto Zooprofilattico di Padova. Al momento e' al vaglio degli esperti anche l'ipotesi che si sia verificato uno squilibrio digestivo per eccesso di cibo legato ad un momento sfavorevole delle condizioni atmosferiche. Sono ancora in corso, inoltre, le analisi di laboratorio per la ricerca di contaminanti, tossici ed elementi antinutrizionali richieste all'Ausl di Ravenna sui campioni di alimento che sono stati a disposizione delle tortore morte”.

Parallelamente, la Provincia ha provveduto ad attivare lo smaltimento delle carcasse fino ad oggi rinvenute e raccolte da operatori volontari, e consegnate sia al Corpo di Polizia provinciale che alla stessa Ausl, per un totale di 310 chili. La Provincia continua a monitorare l'emergenza in territorio extraurbano. Qualora fossero ritrovati esemplari deceduti in ambito urbano, avvisa infine l'amministrazione provinciale, è possibile contattare direttamente anche l'Urp del Comune di Faenza”.