Ravenna, 26 febbraio 2011 - CRISI OMSA: ieri la protesta delle operai e degli operai è arrivata a Castiglione delle Stiviere, sede storica del gruppo Golden Lady. Duecento manifestanti, provenienti da Faenza hanno presidiato dalle 12 alle 14.30 (alle 13 c’è il cambio turno) i due cancelli di accesso allo stabilimento, dove lavorano in 527.

Più di due ore in cui la quiete della zona è stata rotta dalle urlo ‘lavoro’ e ‘Nerino Grassi, vergogna’ scandito in coro dalle manifestanti, dal suono di tamburi e bonghi, trombe da stadio e fischietti. Molte delle donne Omsa indossavano i loro grembiuli verdi da lavoro, identici a quelli azzurri, la scritta Golden Lady è la stessa, in dotazione agli oltre 1200 dipendenti impiegati nei diversi stabilimenti del mantovano.

Alcune ‘indossavano’ cartelloni, altre reggevano gli striscioni di fabbrica e dell’Rsu, non solo di Omsa , ma anche della Cisa. Alla manifestazione infatti oltre alle dipendenti Omsa, guidati dai loro sindacalisti, hanno preso parte anche delegati o lavoratori non in turno di altre fabbriche, per testimoniare «la solidarietà e la consapevolezza che oggi tocca a queste donne, ma un domani potrebbe toccare a noi». C’erano lavoratori e lavoratrici di Cisa, Tampieri, Icf, Gemos, Caviro e Ceff.

Presenti anche il consigliere comunale Vincenzo Barnabè della lista civica Fatti Sentire e il segretario dell’Italia dei Valori Davide Zagonara. Il vicesindaco Massimo Isola rappresentava non solo il Comune di Faenza, ma tutte le istituzioni del comprensorio faentino. Presenti anche alcuni esponenti sindacali di Mantova, fra cui i i segretari di categoria e confederali di Cgil e Uil.

Le automobili in entrata e uscita dai cancelli venivano per forza rallentate dalla presenza delle manifestanti, che consegnavano alle persone alla guida volantini, che sotto il titolo «siamo qui per continuare la lotta per il lavoro» riassumevano la vertenza Omsa. «Siamo anche noi molto allarmate e preoccupate – ha detto una delle operaie entrando in fabbrica, le più però si sono limitate a prendere i volantini in silenzio a entrare, una o due li hanno gettati via, suscitando l’ira della manifestanti. Al loro fianco distribuivano volantini anche le esponenti di alcune associazioni femministe e femminili di Mantova .

«Un appello da operai a operai a seguire l’esempio e lo sprone della Omsa a fare sentire sempre più alto il ruggito della classe lavoratrice femminile contro lo smantellamento, delle fabbriche, la delocalizzazione, la perdita del posto di lavoro».

Quattro i pullman, oltre a diverse auto, che ieri mattina sono partiti carichi di operaie, operai e bandiere da piazza d’Armi per Castiglione delle Stiviere. Pullman carichi di tensione non tanto per la manifestazione di ieri, ma soprattutto per il pensiero a quanto accaduto in quest’ultimo anno e a quello che può riservare il futuro e anche in un tempo più vicino a quanto accadrà lunedì mattina, quando in tanti si presenteranno ai cancelli dell’Omsa per dimettersi e beneficiare dell’incentivo di 30 mila euro lordi, che Golden Lady dà a 80 persone. Si teme infatti che le domande possano essere ben più di 80 e che quindi ci sia una gara per chi arriva primo.

«Si prefigura un altro scontro – afferma Clara Zacchini, che non ha ancora deciso se licenziarsi o rimanere in Omsa - fra poveri e questo mi fa davvero rabbia. Non gli basta di averci spremute e lasciate senza lavoro, ci tocca anche lo schiaffo di un incentivo da erogare a un numero limitato». «No, io non mollo l’Omsa – afferma Angela Cavalli, 43 anni, mentre scatta foto alle colleghe - dopo tutti questi mesi di lotta io rimango e chiedo un lavoro. Voglio lavoro, i soldi li voglio guadagnare».

Alle due, dopo aver lasciato i cancelli di Golden Lady le manifestanti hanno formato un corteo che ha percorso, sempre urlando slogan per chiedere lavoro e contro il patron di Golden Lady Nerino Grassi, ha percorso il paese raggiungendo la piazza, dove Idilio Galeotti,segretario della camera del Lavoro di Faenza ha tenuto un breve comizio, mentre una signora del posto ha letto una nota di solidarietà alle donna dell’Omsa in Omsa.