Ravenna, 15 marzo 2011 - E’ RIMASTO per sette ore appeso all’antenna di Rcb, Radio Castel Bolognese, per protestare contro la chiusura dell’ultima radio libera della provincia di Ravenna. Gabriele Rambelli, 43 anni, da 15 anni a Rcb.

Ieri mattina, alle 9 ha indossato un’imbragatura e ha ‘scalato’ l’antenna della radio castellana, per poi rimanervi appeso nel vuoto fino al pomeriggio. «Va tutto bene - dice rispondendo al telefonino - inizia a dare un po’ fastidio l’imbracatura, ma va bene. Non piove e fortunatamente non ci hanno spento i ripetitori. E i nostri ascoltatori ci sono vicini: ci stanno inondando di messaggi via sms, facebook e telefonate».

Rambelli è appeso all’antenna, è solo lui perché la struttura non regge il peso di più persone, per protestare contro la vendita di Rcb a una grande radio emiliana. Fra un intervento e l’altro alla radio riesce a parlare coi molti giornalisti che lo tempestano di telefonate e le forze dell’ordine che da sotto vigilano sulla sicurezza della protesta. Per ore appeso a una corda, niente per l’uomo che nel Natale del 2000 è finito sul Guiness dei primati per la più lunga trasmissione radiofonica, oltre 80 ore di parole al microfono.

«Radio Castel Bolognese è nata nel 1978, ha 33 anni ed è una delle radio liberi più vecchie. E’ una cooperativa formata da soci e soci lavoratori. Se fosse venduta, la radio verrebbe chiusa perché agli acquirenti interessa la frequenza, la spostano sul loro ripetitore e qui non rimane nulla. I dipendenti perdono il lavoro, gli ascoltatori l’informazione locale».

«Chi vuole vendere, il presidente e il vicepresidente della cooperativa in primis — aggiunge Rambelli — sostiene che la radio ha subito delle perdite. Noi, soci lavoratori invece abbiamo dato la nostra disponibilità a rilevare l’emittente e farci carico dei debiti. Ma chiediamo di vedere questi conti che non tornano, a noi non ci risulta affatto che sia una situazione particolarmente pesante. Anzi nell’ultimo anno abbiamo registrato una vera impennata degli ascolti. Il nostro destino si deciderà nel consiglio del 21 marzo».

IMPENNATA di ascolti a cui non è corrisposta un’impennata delle entrate pubblicitarie secondo il presidente Floriano Farina. «I problemi dei conti ci sono – afferma - anche noi come tutti abbiamo subito gli effetti della crisi che si sono concretizzate in un calo della pubblicità. Dicono che non abbiamo fatto vedere i conti, fra poco ci sarà l’assemblea per l’approvazione del bilancio, i conti li conoscono. Con loro a protestare c’è anche la nostra responsabile amministrativa della radio, se non la conosce lei la situazione … Per quanto riguarda gli ascolti, non mi occupo da tempo di questo. Ma al di là del baccano sarà l’assemblea dei soci a decidere cosa fare, se la maggioranza dice che intende vendere si venderà e certo quel punto la radio chiuderà».