Ravenna, 30 giugno 2011 - Altri 41 posti di personale Ata tagliati per il 2010/2011, dopo i 152 dell’ultimo triennio, in una provincia che ha visto aumentare la popolazione scolastica di 3.500 unità nello stesso periodo. Sono questi gli effetti della “cura” Gelmini-Tremonti su Ravenna, accusano Flc e Cgil. Secondo l’informativa ricevuta dall’Ufficio scolastico provinciale, spiega il sindacato, a Ravenna il prossimo anno ci saranno 36 collaboratori scolastici, 4 assistenti amministrativi e un assistente tecnico in meno.

“Paradossalmente l’applicazione delle norme ministeriali penalizza maggiormente le istituzioni scolastiche con un elevato numero di studenti e con il maggior numero di plessi - scrivono i sindacalisti - in modo particolare le scuole dell’infanzia e le scuole elementari che, proprio per la particolarità dell’utenza, richiederebbero invece più attenzione per l’assistenza e la sorveglianza dei bambini”.

E se questi sono i problemi che riguardano la mancanza dei vecchi “bidelli”, la riduzione del personale amministrativo e tecnico non è meno grave anche se numericamente minore, perchè “le continue molestie burocratiche a cui sono sottoposte le segreterie scolastiche e l’aumento dei carichi di lavoro per tutto il personale- continuano- rendono sempre più difficile fornire un supporto adeguato alle attività didattiche”. Per Flc e Cgil la situazione dell’istruzione a Ravenna è drammatica: parlano di “una scuola statale decimata”, di “questi tagli che, aggiunti a quello dei docenti, metteranno a rischio l’apertura di molti plessi”, della “precaria sicurezza all’interno degli edifici scolastici diminuendo i livelli di sorveglianza e del peggioramento dl livello di funzionamento amministrativo proprio nel momento in cui, alla scuola dell’autonomia, si assegnano nuovi e piu’ gravosi impegni”.

La politica dei ministri Tremonti e Gelmini infatti “non garantirà il pieno ed efficace funzionamento della scuola in base a quanto previsto dagli ordinamenti - accusano - peggiorerà in modo irreversibile la qualità della scuola della nostra Regione, ripercuotendosi, di fatto, sulle esperienze piu’ innovative e positive come il tempo pieno e il tempo prolungato, non garantirà il diritto allo studio per tutti i cittadini, rendera’ sempre più difficile il processo di inclusione e di integrazione, non garantirà più la scuola dell’eguaglianza dei diritti e - aggiungono - lascerà molti lavoratori precari della scuola senza alcuna prospettiva di lavoro”.

Flc e Cgil non possono accettare “questi tagli sconsiderati, in contrasto con le leggi, a partire da quella sulla sicurezza”. E sul tema chiamano in causa in primo luogo i dirigenti scolastici. “E’ ormai ineludibile che ogni dirigente scolastico valuti con attenzione la situazione della propria istituzione scolastica e denunci ogni difficoltà di funzionamento ed il rischio di mancata garanzia dei servizi minimi di vigilanza e di sicurezza- scrivono- e la Flc sosterra’ le legittime richieste dei dirigenti, tese a garantire il regolare funzionamento dell’attività didattica e la sorveglianza e sicurezza nei confronti dei ragazzi”.

Quello che il sindacato non vuole accettare, dichiarano, “è che tutte le problematiche si riversino sul personale Ata stesso, magari con la richiesta di orari spezzati, o con l’utilizzo indiscriminato di lavoro straordinario”. In caso di violazione del Contratto collettivo nazionale del lavoro, assicurano, proclameranno il blocco del lavoro straordinario a partire dal 1 settembre.