Ravenna, 3 agosto 2011 - LA MORTE di Giordano Baldassarri, il quarantanovenne di Castel Bolognese soffocato domenica da un boccone di carne, è un evento più unico che raro. Ma quella degli incidenti domestici è una casistica molto più ampia.
Secondo i dati dell’Ausl, infatti, nel 2010 gli accessi ai Pronto soccorso della provincia per le conseguenze di un infortunio avvenuto tra le mura di casa sono stati 13.100, e hanno riguardato 11.655 persone. «In Emilia-Romagna — spiega Giuliano Silvi, responsabile dello staff Epidemiologia del Dipartimento di sanità pubblica — si definisce incidente domestico qualsiasi evento traumatico avvenuto entro le mura domestiche o nelle immediate vicinanze (giardino, garage), per cause non legate alla volontà umana. Sono invece esclusi gli infortuni sportivi, che altre Regioni comprendono nella categoria».

LE TIPOLOGIE di incidente sono le più varie. Quasi in un caso su due (49 per cento) si tratta di cadute, che coinvolgono soprattutto gli anziani: una persona su tre al di sopra dei 65 anni cade in casa almeno una volta l’anno, sopra gli 80 anni addirittura una su due. In 1.700 casi, le cadute hanno generato fratture.
Nella graduatoria degli infortuni, seguono ad ampia distanza i tagli (15 per cento) e gli urti (12 per cento), mentre molto più rare sono le ustioni (meno del 2 per cento) e gli avvelenamenti (solo 11 pazienti su quasi 12 mila). Per quanto riguarda i corpi estranei nelle vie respiratorie interne — come nel tragico caso dell’uomo di Castel Bolognese — l’anno scorso ne sono stati registrati appena due, entrambi senza gravi conseguenze. Un po’ più frequenti i casi di corpi estranei nel naso (51 accessi al Pronto soccorso, ma nessun ricovero), nella bocca, nell’esofago e nello stomaco (90 accessi, cinque ricoveri), nella faringe e nella laringe (129 accessi, due ricoveri).
I dati sulla mortalità sono immediatamente disponibili solo per quanto riguarda le cadute, che hanno ucciso 28 persone nel 2009 e 72 nel 2008. Per le altre categorie è più complicato ricavare il numero di decessi, in quanto non vengono direttamente catalogati come derivanti da incidenti domestici.

INSOMMA, la casa può rivelarsi un luogo pericoloso, e l’attenzione alle insidie che nasconde deve ovviamente alzarsi quando tra le mura domestiche c’è un bambino. «Assieme agli anziani — sottolinea Silvi — i bambini sono la categoria più a rischio, soprattutto nei primi anni di vita. Nella fascia 0-9, gli incidenti domestici colpiscono soprattutto gli immigrati: se tra gli italiani gli infortunati sotto i 10 anni sono l’11 per cento del totale, tra gli stranieri la percentuale sale al 20 per cento. Questo deriva probabilmente da un controllo meno attento sui minori quando sono a casa».