Ravenna, 27 dicembre 2011 - NON PIÙ pellicce e rolex, ma oro e diamanti. Questo è il segno dei tempi che cambiano nell’universo dei pegni. Cambiano i beni accettati, senza che si esaurisca però la propensione. Probabilmente complice la crisi economica e il maggiore bisogno di liquidità delle persone, il servizio Monte dei Pegni di Unicredit è in crescita a Ravenna. Se nel 2010, sono state eseguite 1.732 operazioni allo sportello di via Diaz 12, per un valore di circa 1 milione 300 mila euro, il 2011 si sta chiudendo con un aumento del 15 per cento, ossia con 2 mila operazioni, per un ammontare di 1 milione settecento mila euro.

«Il Monte dei Pegni è stato uno dei primi modi di fare banca a Ravenna — ricorda Enrico Quarantiello, direttore dell’area commerciale di Ravenna —. È partito moltissimi anni fa, per la precisione dal 1473. Venendo ai tempi nostri, dopo il periodo d’oro, negli anni Settanta e Ottanta, ora è rimasto quasi l’unico interlocutore in Romagna. In questi ultimi anni, sono stati chiusi gli sportelli di Faenza e Ferrara, mentre a Rimini è ancora aperto un ufficio con un’attività però più contenuta. Questo fa sì che la nostra clientela abbia una provenienza alquanto variegata: non solo ravennati, ma anche persone provenienti da città come Rovigo a nord, e quali Pesaro a sud».

INTERESSANTE anche l’identikit del cliente che richiede questo servizio: non solo persone appartenenti alle fasce basse di reddito, ma anche liberi professionisti, imprenditori e commercianti. Quasi il 50 per cento dei richiedenti è formato da extracomunitari, a seguito dell’intensificarsi del fenomeno migratorio. Nel 2010, sono stati in prevalenza nordafricani, filippini, sudamericani e romeni, mentre quest’anno, accanto a una presenza costante di romeni e sudamericani, si è registrato un aumento di stranieri provenienti dall’Africa Nera, in particolare senegalesi e nigeriani. Quasi tutti impegnano oro: quello degli africani arriva anche a 20/21 carati, mentre quello dei sudamericani è molto meno pregiato, in quanto scende fino a 14 carati.

PER QUALE ragione si va al Monte dei Pegni? «Va detto anzitutto che le nuove generazioni preferiscono il credito al consumo. In particolare i crediti personali sono decisamente in aumento, per un totale di circa 21 milioni 310 mila euro nella provincia di Ravenna — ha sottolineato Quarantiello —. Questo perché è diminuita la capacità di risparmio, ma anche perché è cresciuta la tendenza degli italiani in generale ad assumere prestiti, seguendo una tradizione invece consolidata nei paesi anglosassoni. Tuttavia, pur essendo un servizio di nicchia, il Monte dei Pegni resta un punto di riferimento per chi vuole ottenere cifre contenute in tempi molto brevi. Si viene qui, si porta il bene e si ottiene l’importo in denaro. Per chi ha esigenze di liquidità immediata, magari per qualche esigenza spicciola, è una soluzione valida».
Se nel 2010 il valore medio di ogni operazione è stato di circa 750 euro, nel 2011 si è saliti a 850. La durata del finanziamento è in genere di tre-sei mesi. Alla scadenza del contratto, il cliente ha trenta giorni per riscattare il bene o rinnovare il prestito. Altrimenti si va all’asta pubblica. Ma poiché, in genere si tratta di beni che stanno particolarmente a cuore alle persone, solo nel 3 per cento dei casi si arriva a tanto.

LE ASTE dei beni ravennati non si tengono più in città ma a Milano, non più di una volta ogni due/tre mesi. Un bel cambiamento rispetto a vent’anni fa quando le aste si tenevano anche ogni tre settimane. «In passato, erano anche molto frequentate per l’abbondanza di beni appetibili, quali pellicce, Rolex e opere d’arte — ha spiegato il direttore dell’area commerciale di Ravenna —. Adesso è tutto diverso, compreso il tipo di servizio: per orologi e quadri è troppo alto il rischio di falsificazione. Ma sono cambiati anche i beni disponibili. Basti pensare che alcuni clienti ci chiedono di poter impegnare la propria biancheria personale. Così, nella gran parte dei casi, prendiamo oggetti in oro o in argento di uso comune quali anelli, bracciali, collier, diamanti e altre pietre preziose».