Ravenna, 19 maggio 2012 - RIPARTONO i lavori della tanto discussa moschea nella zona delle Bassette di Ravenna. Tutti i giorni, da febbraio, un gruppo di volontari, a volte due a volte dieci a seconda delle disponibilità di ciascuno, si ritrovano all’interno del cantiere aperto due anni fa per portare avanti il progetto di costruzione. Dopo il raid di marzo dell’anno scorso, ci si era messa la crisi finanziaria a rallentare il cantiere degli artigiani del centro islamico che, per mancanza fondi, erano stati costretti a fermare l’opera in corso per gran parte del 2011; l’iniziativa è infatti completamente finanziata dalla comunità musulmana ravennate, che si sostiene sulla base delle offerte raccolte durante le cerimonie di preghiera, nelle occasioni di festa e negli incontri. «Non faccio ulteriori previsioni sulla conclusione dei lavori — dice il presidente del Centro di cultura e studi islamici ravennate, Ahmed Basel Abdel Kader — perché fino ad oggi le ho sempre sbagliate, ma posso dire che la partecipazione di ognuno di noi all’acquisto del terreno e alla costruzione della moschea è un obbligo religioso e civile, per preservare la nostra identità e i nostri valori religiosi, spesso sconosciuti e incompresi, con la conseguenza del persistere di molti pregiudizi che causano spesso atteggiamenti di islamofobia». Una delle polemiche maggiormente sollevate dal pubblico anti-moschea riguardava la grandezza ‘eccessiva’ della struttura religiosa che si ergerà all’angolo fra via Guido Rossa e via Di Vittorio.

KADER ha però spiegato che non si tratterà esclusivamente di un luogo di culto, ma di un vero e proprio centro di aggregazione dedicato a coloro che appoggiano la nostra fede religiosa; nel fabbricato di circa 740 metri quadrati, oltre alla moschea per 200 persone, come prescritto nel permesso di costruzione rilasciato dal Comune nel gennaio del 2010, vi nasceranno infatti la casa del custode, un appartamento per l’Imam, una biblioteca e gli uffici del nuovo centro culturale e di studio della comunità. Una volta ultimato, il progetto andrà quindi a sostituire le odierne sedi di ritrovo di via Ravegnana e della Darsena.

Alessandro Cicognani