Ravenna, 15 novembre 2012 - DOPO LA STAMPELLA e la voce dello storico sorvegliante della zona dantesca, Antonio Fusconi, adesso saranno gli occhi delle telecamere a cercare di risollevare le ‘aree buie’ di Ravenna dal degrado. Nell’ottica dell’incremento di forme di difesa passiva, il prefetto Bruno Corda, nella giornata di ieri, ha convocato il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al fine di procedere alla rivisitazione della pianificazione del sistema di videosorveglianza sul territorio della città bizantina.

 

Nel centro storico ravennate sono due le aree individuate per l’installazione dei ‘occhi elettronici’ entro il 2014. In primis la Stazione ferroviaria e i giardini Speyer, dove i disordini e le situazioni al limite della legalità, a detta dei residenti e di coloro che vi lavorano, sembrano essere diventate all’ordine del giorno.

 

Ne è un esempio Roberto Beltrami, da vent’anni tassista tra le strade della città dei mosaici. Il loro punto di ritrovo, infatti, si trova proprio nella piazzetta adiacente alla stazione di viale Farini. «C’è da avere paura a fermarsi anche solo per 5 minuti — dice Roberto uscendo dall’auto di servizio, quasi a voler dare maggiore enfasi alle sue parole —. In tanti anni di lavoro mi sono imbattuto in diverse situazioni spiacevoli. Ragazzi, per lo più immigrati, che si prendono a bottigliate, furti anche in pieno giorno come se nulla fosse. Le faccio un esempio — continua Roberto, indicando uno dei pali della cartellonistica presenti nelle vicinanze —, una volta ho notato un ragazzotto indaffarato con il lucchetto di una bici. Sono sceso per capire meglio che cosa stesse combinando. Mi ha aggredito verbalmente, intimandomi di farmi i fatti miei, perché aveva solo perso le chiavi della bicicletta. Questa è oggi la stazione». Una situazione così difficile non l’ha notata invece Andrea Gavelli, barista nell’attività Strada facendo. «Sinceramente non mi sembra che si sia arrivati ad un degrado così forte, comunque ben vengano le telecamere se fanno sentire i residenti, e in generale chi passa per queste vie, più tranquillo e al sicuro».

 

LA VERA novità è però la ‘zona del silenzio’, tomba di Dante e piazza San Francesco, che negli ultimi anni è stata sempre più presa di mira da irrispettosi per le bellezze architettoniche ravennati. Esempio lampante ne è il voltone dedicato a monsignor Mesini divenuto una latrina a cielo aperto. L’idea è stata molto apprezzata da parte dei commercianti di via Corrado Ricci. «Sono contenta della notizia — interviene Rita Pancaldi della pasticceria Mimosa —, penso che fosse arrivato il momento di intervenire per allontanare comunque certi soggetti dalla piazza. In particolare per i tantissimi giovani che ogni giorno qui vi studiano o vi attendono i mezzi pubblici». Anche Tiziana Palmese si ritiene soddisfatta: «finalmente riporterò i miei figli a giocare in San Francesco».

di ALESSANDRO CICOGNANI