Ravenna, 17 novembre 2012 - NE HANNO trovate cinque solo nelle ultime ventiquattr’ore, in un tratto di tre chilometri di arenile compreso tra la foce del fiume Reno, a Casal Borsetti, e Lido di Spina. Ma da alcune settimane il recupero di tartarughe morte sta purtroppo diventando un triste rituale. Un fenomeno, quello di animali trascinati a riva dopo forti mareggiate, che gli esperti dalla Fondazione cetacea di Riccione individuano come fisiologico.

Ma che allo stesso tempo andrebbe ricondotto a una cerchia ristretta di cause: la cattura accidentale da parte di pescherecci con reti a strascico, con rilascio immediato e morte dell’animale per annegamento o per sopraggiunte infezioni, oppure quella che i biologi marini definiscono ‘Debilitated Turtle Syndrome’, una forma di debilitazione che solo nell’ultimo anno, nell’alto Adriatico, ha colpito 180 esemplari di Caretta Caretta. La terza causa di morte delle testuggini marine, l’improvviso abbassamento della temperatura del mare che ne determina il blocco delle funzioni corporee, è quella meno probabile.

MENTINO Preti, responsabile dell’unità specialistica mare costa di Arpa Emilia Romagna, l’altro giorno era impegnato nelle operazioni di monitoraggio delle erosioni provocate dalle recenti mareggiate quando, nei pressi del poligono militare di Foce Reno, ha trovato le prime due carcasse. E altre tre sono state avvistate dagli agenti del Corpo forestale comandati dall’ispettore Giuseppe Battani, nelle riserve naturali del Bellocchio, al confine tra le province di Ravenna e Ferrara, in un tratto che la mareggiata di Halloween ha reso di difficile accesso: nel caso il recupero degli animali morti non fosse possibile, verranno seppelliti sul posto. Due delle cinque testuggini, in particolare, erano di grosse dimensioni, la più grande con un carapace (il guscio) lungo 70 centimetri, per un peso di 30 chili, mentre la più piccola ne pesava 12.

 Il protocollo, in questi casi, prevede l’intervento del biologo marino competente per zona, di Ausl, Forestale o Capitaneria di porto, e il coinvolgimento della Fondazione cetacea, per i rilievi biometrici. Una concentrazione del genere, cinque tartarughe spiaggiate solo nella zona della foce del Reno, ammettono gli esperti, è evento raro. Ma gli animali potrebbero essere morti in mare e portati a riva da correnti e mareggiate.

OGNI ANNO solo la Forestale di Casal Borsetti (competente nel tratto da Porto Corsini a Lido di Spina), recupera almeno una trentina di esemplari. E ieri pomeriggio un’altra tartaruga spiaggiata è stata trovata da una ragazza di Pinarella, Sara Borghetti, mentre passeggiava sulla spiaggia. 

Lorenzo Priviato