Ravenna, 13 dicembre 2012 - E’ UNO scherzo pagato decisamente a caro prezzo, quello messo in atto da un barese di 27 anni ai danni del cardinale Ersilio Tonini. Ieri il giovane è stato riconosciuto responsabile di aver ‘caricato’ in rete un video in cui compariva l’arcivescovo emerito di Ravenna e Cervia; la voce, però, era stata doppiata con un linguaggio quanto meno scurrile. La pena, per offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, è stata fissata in 5mila euro di multa.
 

I FATTI risalgono al 13 marzo 2007, una data che ha avuto poi un ruolo nell’esito del procedimento penale. Quel giorno su Youtube comparve il video incriminato. Si trattava della registrazione di un’intervista che il cardinale Ersilio Tonini aveva rilasciato a Rai Due. Qualcuno, però, aveva modificato l’audio e con un’operazione di doppiaggio aveva sostituito le parole effettivamente dette dall’arcivescovo emerito con una sequenza ininterrotta di espressioni irripetibili. Naturalmente partì ben presto una denuncia contro ignoti e a condurre le indagini furono gli specialisti della Polizia postale e delle comunicazioni di Ravenna. In poco tempo furono individuati i due presunti autori dell’operazione: un ragazzo barese, precisamente di Terlizzi, e un giovane di Vicenza ma residente a Rovigo. Quest’ultimo avrebbe tagliato il traguardo della maggiore età da lì a pochi giorni. Per entrambi era stato poi emesso dal gip il decreto penale di condanna: 2mila euro di multa a testa.
 

I DUE hanno però presentato opposizione al decreto e così ieri si è svolta l’udienza davanti al giudice Corrado Schiaretti; pubblico ministero onorario Claudia Lapazi. I difensori hanno insistito, e molto, sull’innocenza degli autori del doppiaggio e del caricamento del video in rete, un gesto che — a loro avviso — era da ricondurre nell’alveo della satira, criticabile quanto si vuole, ma non punibile. Il giudice Schiaretti è stato però di diverso avviso e ha condannato il giovane di Terlizzi a 5mila euro di multa. Ha poi dichiarato la propria incompetenza a giudicare l’altro autore — che, come detto, all’epoca dei fatti non aveva ancora 18 anni — e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura presso il Tribunale dei minori di Bologna.