Ravenna, 30 gennaio 2013 - «IL COMUNE di Ravenna non ci ascolta sul tema della tassa di soggiorno? Vorrà dire che chiederemo ‘asilo’ a quello di Cervia per ritornare a parlare di turismo in modo costruttivo». Giovanna Paganelli, presidente dell’Associazione albergatori di Lido di Classe, si fa portavoce degli umori dell’intera categoria, dove rabbia ed esasperazione sono all’ordine del giorno.

Il fronte è compatto non solo tra gli operatori di Lido di Classe e Lido di Savio, immediatamente confinanti con Cervia, ma anche fra quelli di altre località il cui il malcontento è altrettanto elevato. Pare che, nei giorni scorsi, si sia già svolto un incontro a porte chiuse tra l’assessore cervese al turismo e alcuni rappresentanti delle varie associazioni di categoria, fra cui Bruno Tagliavini, referente Federalberghi per i lidi Sud. Il ‘contatto’ c’è stato, così come è innegabile una disponibilità da entrambe le parti di portare avanti il dialogo, per cui nelle prossime settimane sono attesi sviluppi più concreti. «Non sono solo i lidi sud a chiedere di andare sotto Cervia — ricorda Paganelli —. La nostra voce non è ascoltata e, non solo ci hanno imposto la tassa, ma persino la cifra più alta: 2 euro al giorno che per località abituate a lavorare con tre stelle, non è poco. Pensavamo almeno che questo sacrificio potesse servire per finanziare attività o interventi di prima necessità. E invece veniamo a sapere che Corsini pensa principalmente a far cassa per sostenere eventi di punta quali la notte rosa o la notte d’oro. Ma che ce ne facciamo di due notti l’anno, quando per tutti gli altri giorni dobbiamo lavorare con le famiglie che vengono da lontano? Ci pare evidente che a nessuno interessi veramente parlare di turismo e di politiche in grado di sostenerlo nel medio-lungo periodo».

Una delusione che si sta facendo sempre più generalizzata e gli albergatori potrebbero presto organizzarsi per dare vita a un documento comune che esprima il loro punto di vista. «Lido di Classe e Lido di Savio sono abbandonati da tempo — aggiunge la titolare dell’hotel Krone —. L’unica ancora di salvezza è la vicinanza a Mirabilandia, per il resto mancano i collegamenti, anche le più banali infrastrutture e il decoro urbano è a minimi termini».
 

di Roberta bezzi