Ravenna, 2 marzo 2013 - SEASER, la società concessionaria del porto turistico di Marinara, rompe il silenzio e prende di mira il presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco. A intervenire per la prima volta sono il presidente di Seaser Ernesto Abaterusso (espressione della società pubblica Italia Navigando) e Davide Sinigaglia, presidente di Sorgeva, la cooperativa agricola che detiene la maggioranza delle quote di Seaser, dopo averle rilevate dal fallimento di Cmr. I due assicurano che per il rilancio di Marinara «manca solo l’ultimo miglio», ma manifestano il sospetto che qualcuno remi contro.
 

«Il nuovo consiglio d’amministrazione — scrivono Abaterusso e Sinigaglia — presenterà nei prossimi giorni al Tribunale un piano di ristrutturazione finanziaria, che consentirà di completare le opere per dare un futuro al porto turistico. Marinara è realizzata per il 97 per cento, e l’Amministrazione comunale ha approvato nei giorni scorsi i progetti esecutivi per l’ultimazione dei lavori». Tuttavia — sottolineano i due presidenti — «la situazione è complessa. Alle difficoltà oggettive si accompagnano gli effetti della crisi. Pesano, inoltre, gli anni in cui la società è stata letteralmente saccheggiata per effetto di condotte spregiudicate e speculazioni di cui Seaser, oggi, sopporta le conseguenze». Conseguenze che consistono anche nel pesante indebitamento della società. «Un passato — proseguono Abaterusso e Sinigaglia — caratterizzato da scelte irresponsabili assunte nel silenzio degli organi di vigilanza».
 

ED è qui che nasce il conflitto con il presidente dell’Autorità portuale, accusato di «voler far fallire il piano di ristrutturazione finanziaria e revocare la concessione». «L’Autorità portuale si è peritata di scrivere ai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico, alla Regione, al Comune e a Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti, cercando di screditare l’operazione che ha consentito a Marinara di uscire dall’orbita fallimentare. In ultimo, ha scritto al tribunale e agli enti finanziatori. Non è agevole comprendere le ragioni di tali iniziative».
 

I vertici di Seaser e Sorgeva ricordano che l’eventuale revoca della concessione porterebbe alla perdita delle proprietà da parte dei titolari di immobili e posti barca, oltre al danno economico per Sorgeva che si vedrebbe escussa la fidejussione prestata a Seaser. «In un paese normale — concludono — l’intervento di una società pubblica qual è Italia Navigando doveva essere accolto con spirito di reciproca collaborazione. E invece, dobbiamo subire continui atteggiamenti vessatori quali la richiesta anticipata del pagamento del canone demaniale, nonostante per altri soggetti non venga adottato lo stesso criterio».