Ravenna, 11 luglio 2013 - La prima offerta è bolognese: ‘Cottage in the hills’, splendida casa sulle colline di Pianoro, costo 199.000 euro. Viene invece stimata 1,6 milioni una ‘villa d’epoca a 10 minuti da Parma’, mentre con soli 20mila euro si più diventare proprietari di un ‘centro benessere con licenza bar’ a Rubiera. Spostandosi in riviera, in vendita ci sono persino gli stabilimenti balneari.

Per uno dei bagni storici di Marina Romea vengono chiesti la bellezza di un milione e 400mila euro. All’apparenza sembra un comune bazar virtuale. Eppure già il nome del sito, vendereaicinesi.it, fa capire che non è così. Il cliente ha gli occhi a mandorla, le offerte sono rivolte esclusivamente ai figli di Mao. I comunisti milionari (dal libro di Marco Polo, per carità) che se gli fai leggere Owen o Fourier ti chiedono se sei scemo. Insomma, quelli che, macchina fotografica a tracolla e tasche piene di dollaroni, pardon euro, non ti danno troppo da penare. L’idea alla base è un po’ questa.

A differenza dell’italiano, che lima il centesimo, il cinese spende e spande: 1,4 milioni per un bagno a Marina Romea? Una sciocchezza. Manco fosse il Papeete. Ecco la nuova frontiera del business. La corsa all’affare, adesso, parla la lingua più difficile del pianeta. Sul sito — vendoaicinesi, che volendo suona anche un po’ sgarbato. Se fosse ‘vendoaimarocchini’, sai che drammi... — l’annuncio in italiano è accompagnato dalla traduzione in ideogrammi. Fedele, più o meno... E i piazzisti nostrani offrono di tutto, dal ‘terreno molto fertile’ alla Porsche Cayenne, dal supermercato all’edicola.


Guai, ovvio, se a rispondere fosse un poveretto di Casalpusterlengo. Vendo ai cinesi. Punto. Speriamo non agli stessi che, nel centro di Ravenna, acquistarono lo storico bar Belli. Per poi, un mese dopo, darsela a gambe, lasciando in regalo una montagna di debiti.
 

Lorenzo Priviato