Ravenna, 3 settembre 2013 - E’ STATA una splendida gara di solidarietà quella per riportare Timoteo a casa. Quasi una festa per la famiglia di Fabrizio Cicognani, il proprietario del cane cieco che, allontanatosi da casa, ha perso l’orientamento precipitando per una cinquantina di metri in un burrone di un calanco della Vena del Gesso alle spalle del parco del Carnè, nel brisighellese, dove è rimasto per quasi 10 giorni. Timoteo, Tim come tutti lo chiamano, dieci anni, è un cane di circa 40 chili, incrocio con un cane nordico, quasi completamente cieco.

«Tim — racconta Fabrizio Cicognani, titolare di un’azienda agricola che coltiva olivi e vigneti in via Rontana — è stato ereditato, con il dalmata Zara e il setter inglese Sky, da mio padre che abitava in Salento. Il 19 agosto — continua Cicognani — è stata una brutta giornata: abbiamo dovuto portare Sky alla clinica veterinaria di Ozzano perchè aveva aspirato una spige, finita in un polmone. Probabilmente l’assenza di Sky deve ave scombussolato anche Tim che il 20 agosto è scomparso. Eravamo disperati — continua Cicognani —: abbiamo chiesto ai vicini e siamo andati a cercarlo in auto sino a Fognano e a Brisighella; ma di Tim nessuna traccia. Non volevamo perdere le speranze, ma dopo diversi giorni credevamo che proprio la storia stesse volgendo al peggio. Venerdì sera, attorno alle 19, i nostri vicini di Villa Liverzano mi hanno telefonato chiedendomi se avevamo perso un cane: si sono riaccese le speranze. La vicina diceva di aver sentito ululare sotto alla sua proprietà, tra i calanchi, a 200 metri in linea d’aria dalla nostra casa».

Un posto estremamente impervio, profondo un centinaio di metri. «Con Valmir, il nostro collaboratore, abbiamo chiamato Tim per due ore cercando di ascoltare una risposta, purtroppo niente. Siamo tornati a casa con il cuore in fondo alle tasche. La mattina dopo la vicina mi ha richiamato raccontando che nella notte aveva sentito un flebile guaito. Ormai non c’era più tempo da perdere così abbiamo provato a scendere nel canale, mentre Valmir ha organizzato una squadra di ricerche, facendosi strada nel canneto a colpi di machete, non riuscendo però a raggiungere il posto; dall’alto abbiamo poi notato che ad una cinquantina di metri, su un dente della parete di gesso, si intravedevano delle canne piegate; abbiamo capito che lì c’era il nostro Timoteo: eravamo felicissimi. Ho chiamato Ivano Fabbri, speleologo di fama, che si è messo a disposizione scendendo sino al punto dove eravamo sicuri si trovasse Tim. Quando è arrivato sul posto le sue parole, «il cane sta bene è solo disidratato», ci hanno fatto saltare di gioia.

È stato proprio Ivano a suggerirci poi di chiamare i Vigili del fuoco e di chiedere della squadra Saf, il Soccorso alpino. In nemmeno mezz’ora i Vigili del fuoco sono arrivati e dopo aver approntato un paranco un pompiere si è calato riportando Tim tra le nostre braccia». Una rapida visita del veterinario, ha rassicurato i proprietari anche sulla salute del cane. «Vorrei ringraziare tutti gli intervenuti, in particolare i vigili del fuoco di Faenza che non hanno esitato un solo istante ad intervenire in una operazione così difficile malgrado si trattasse solo di un cane, dimostrando grande umanità».

Antonio Veca