Ravenna, 21 ottobre 2013 - Cinque tartarughe spiaggiate sul litorale ravennate domenica, due il giorno prima a Lido Adriano e tre a Cervia. È un triste e allarmante conteggio quello degli ultimi giorni sulle nostre spiagge: troppo le tartarughe trovate senza vita e senza apparenti ferite. Capitaneria e volontari domenica sono stati chiamati a Marina di Ravenna dove, tra il Coco Loco, il bagno Paradiso e le terme sono state indiduate cinque testuggini; le altre sono stata trovate nella zona di Lido Adriano. Diversi animali erano di grosse dimensioni, con il guscio lungo circa 50 centimetri e un peso di oltre 20 chili.

È preoccupato il presidente della Fondazione cetacea Sandro Pari: «La situazione è anomala e molto delicata. Dal 3 ottobre a oggi sulle coste emiliano-romagnole, ma in particolare tra Porto Garibaldi a Cervia, sono state trovate sulla spiaggia 32 tartarughe morte. È un dato allarmante, sia sotto il profilo storico che stagionale. Il più numeroso spiaggiamento, se guardiamo i dati storici, risale all’estate del 2009, ma era dovuto a una precisa patologia: gli animali erano debilitati, oggi la condizione è diversa».

A prima vista, come dimostrano anche le foto scattate domenica sulla spiaggia, le condizioni delle tartarughe sono ‘buone’. «Sono esemplari grossi, non deperiti e non eccessivamente decomposti — continua il presidente —. Per questo escluderei un’infezione, che ha tempi più lunghi: dallo stato di decomposizione pare che la morte sia sopraggiunta in tempi brevi. Dovranno certamente essere effettuate le necroscopie dagli istituti zooprofilattici per accertare le cause di questa morìa». Domenica, inoltre, un volontario contattato per due esemplari spiaggiati, una volta giunto sul posto non ha poi le ritorvato gli animali. «Forse qualcuno se ne era liberato — sottolinea Pari —. Vorrei richiamare chiunque dovesse trovare una tartaruga e a seguire la prassi corretta: va contattata la Capitaneria di Porto di riferimento, successivamente la Fondazione cetacea. Importante è non toccare l’esemplare: si tratta di animali morti e non se ne conosce la causa».