Ravenna, 3 novembre 2013 - Una città che soffre, come tutte le città, ma che non si lascia abbattere. E che sa farsi trovare pronta quando finalmente il vento spira nella direzione giusta. Così grazie all’apertura straordinaria di Mirabilandia, a giornate di una mitezza primaverile, in questo ponte di Ognissanti Ravenna si è riempita di visitatori di ogni regione e nazionalità.

Turisti affamati di cultura e... di buona tavola, che hanno avuto una dose adeguata di entrambe. Perché la città d’arte ha saputo correggere gli errori del passato e ha capito quanto sia importante investire in turismo: negozi aperti ed esercizi in piena efficienza hanno accolto migliaia di ospiti che, sono sicuro, torneranno a casa conservando un dolce ricordo di Ravenna. «Una boccata di ossigeno dopo tante difficoltà» hanno commentato in tanti.

Ma, proprio perché la cultura dell’accoglienza è patrimonio diffuso, occorre risolvere quel piccolo grande neo che ne offusca la luce: chi fa centinaia di chilometri per visitare le nostre chiese, i nostri palazzi, non capisce — a ragione — perché non ci sia un biglietto unico che consenta di accedere a tutti i siti. Curia, Comune e Soprintendenza devono una buona volta ragionare tutti insieme per il bene della città.

di Marcello Petronelli