Ravenna, 20 novembre 2013 - SI PROSPETTA un clima burrascoso per chi vuole fare intrattenimento musicale a Ravenna. A far storcere il naso è l’interpretazione data dal prefetto della circolare ministeriale di luglio in materia di ‘pubblico spettacolo’, definita «troppo stringente». Dopo tante discussioni tra imprenditori che chiedevano una città più viva e aperta, in particolare verso i giovani, e l’ormai ben noto caso della ‘discoteca-non discoteca’ ‘I Gingini’, c’era chi si aspettava una maggiore apertura. E invece...
 

MA cosa dice la circolare? L’intenzione sarebbe quella di porre dei paletti ben saldi nella ormai infinita discussione tra le ‘audizioni musicali’ e il ‘pubblico spettacolo’. Una diatriba alimentata da una normativa, in merito, estremamente complessa e farraginosa. Se dall’anno scorso le audizioni musicali sembravano infatti essere state sostanzialmente liberalizzate, per cui ogni locale poteva fare musica (ma non ballo) senza la richiesta di autorizzazioni, oggi si cerca invece di stringere le maglie attorno al pubblico spettacolo. «Una stretta che — spiega l’imprenditore Maurizio Bucci —, farebbe ricadere in questo secondo caso anche un comunissimo concerto, se pubblicizzato e se porta un affluenza maggiore rispetto a quella normalmente prospettata. In questo momento il prefetto di Ravenna è l’unico della nostra zona ad essersi espresso così». Potrebbe essere la fine della musica dal vivo a Ravenna, sia per i locali che gli stabilimenti balneari.
 

DOVE nasce infatti l’inghippo? Il problema sta tutto nella possibilità di ottenere la licenza. Per il tanto ambito ‘pubblico spettacolo’ il privato deve infatti inoltrare una richiesta avvalendosi di un tecnico abilitato. A questo punto viene convocata la commissione che valuta in materia di: sicurezza, impiantistica, prevenzione incendi, capienza, igiene, acustica, personale e, soprattutto, l’edilizia, con la tanto agognata sismica. Una trafila senza fine e che le associazioni di categoria vorrebbero scongiurare. Da Ascom fanno sapere: «Noi ci stiamo già muovendo a livello regionale per evitare tutto ciò».

di Alessandro Cicognani