Ravenna, 1 febbraio 2014 - Sono stati identificati dalla Polizia Municipale di Ravenna i responsabili di una serie di furti e danneggiamenti perpetrati, nei mesi scorsi, al Cimitero di Ravenna. Si tratta di tre ragazzi incensurati, di 16 e 17 anni, italiani residenti nella Provincia di Ravenna. I giovani coinvolti hanno di fatto ammesso le proprie responsabilità e sono stati indagati a piede libero.

L’attività d’indagine, portata avanti dal personale dell’Ufficio Polizia Giudiziaria – Falsi Documentali della Polizia Municipale, è partita lo scorso 16 gennaio, quando, nella zona dei Giardini Speyer, antistante la stazione ferroviaria, è stata rinvenuta una lapide mortuaria in marmo che, come poi si è accertato, era stata trafugata dal Cimitero Monumentale.

Un’attenta analisi dei dati emersi, sia in seguito alle testimonianze di persone informate sui fatti sia attraverso i numerosi sopralluoghi e le verifiche effettuate, ha permesso di individuare, in modo inequivocabile, i soggetti che, in concorso tra loro, hanno commesso i reati.

Da quanto si è potuto appurare i tre si sono introdotti, per la prima volta, all’interno della struttura il 31 ottobre, notte di Hallowen, indossando una maschera; nella circostanza effettuavano varie riprese video e fotografiche, utilizzando presumibilmente i loro cellulari, ed asportavano anche alcune foto dalle tombe, oltre alla lapide che poi è stata ritrovata. Tali comportamenti si sono ripetuti nell’arco dei successivi due mesi in almeno altre tre occasioni. Si è inoltre riscontrato che su alcuni loculi erano state apposte scritte blasfeme e sacrileghe.

Dei fatti è stata informata la Procura per i Minorenni di Bologna, che nella giornata di venerdì ha autorizzato la perquisizione domiciliare, da parte della Municipale, al termine della quale si è proceduto al sequestro di vario materiale informatico e di telefonia (computer, telefoni e memorie digitali portatili, etc.), contenenti elementi riconducibili agli illeciti commessi nonché di una foto ceramica raffigurante una donna di cui si disconoscono le generalità. A tal proposito la Polizia Giudiziaria della Municipale rivolge un appello affinchè attraverso il riconoscimento la foto possa essere restituita alla famiglia della deceduta.

Si escludono per i fatti risvolti che possono ricondurre a riti blasfemi e sono tutt’ora in corso indagini per verificare eventuali altri analoghi episodi.