Ravenna, 8 febbario 2014 - IL PUBBLICO è stato tratto in inganno più volte. Difficile capire che quel buco fosse solo disegnato, e non reale (guarda le foto). Un trompe l’oleil degno dei leggendari Zeusi e Parrasio. Ma l’opera di Eron realizzata per il ‘Mar’ era così realistica, che quando un operaio è stato incaricato di sistemare la sala (in vista della prossima mostra) ha pensato bene di stuccare quel finto foro, senza accorgersi che era soltanto un disegno... «In un certo senso, ha completato la mia opera. Mi sarebbe quasi dispiaciuto di più se non avesse fatto nulla», racconta adesso l’artista, che ha deciso di svelare l’accaduto dieci giorni dopo il ‘fattaccio’.

E’ STATO lo stesso direttore del MAR, Claudio Spadoni, a informare Eron di quant’era accaduto. L’artista riminese, 40 anni compiuti da poco, era stato protagonista di una delle tre mostre del progetto Critica in arte, con cui ogni anno il Mar dà spazio a tre giovani curatori e ad altrettanti artisti. L’esposizione di Eron (al secolo Davide Salvadei) era stata curata da Davide Caroli, che lavora proprio per il Museo d’arte di Ravenna. Insieme alle varie opere, tratte dalla serie Mindscape e altre, Eron aveva realizzato per Ravenna anche alcuni inediti, compresa una suggestiva installazione. Su una delle pareti espositive aveva disegnato l’ombra lasciata da un grande specchio, posizionato sul pavimento come se fosse caduto. Per rendere ancor più realistica la scena l’artista aveva realizzato persino il buco del chiodo che avrebbe dovuto sostenere la cornice dello specchio. Un’esecuzione così perfetta, che i visitatori della mostra più volte si sono chiesti se quel foro fosse vero o invece fosse soltanto dipinto. «Naturalmente era la seconda — sorride Eron — ma in effetti il buco lasciato dal chiodo era veramente realistico».

LA MOSTRA di Eron e degli altri due artisti al Mar si è chiusa il 12 gennaio scorso, e lo specchio naturalmente è stato rimesso al suo posto. Restava da ridipingere la famosa parete col buco. Eron e il museo avevano già concordato: finita la mostra, non c’era più alcun bisogno di mantenere il disegno del buco, che era propedeutico all’installazione. Ma quando una decina di giorni fa l’operaio incaricato di sistemare le sale del Mar in vista della nuova esposizione è passato nella famosa stanza dello specchio, ha cominciato a riverniciare, di fronte al buco non ha avuto alcun dubbio: «Qui bisogna stuccare». Ha preso lo stucco bianco e ha coperto per bene il buco, in attesa che si asciugasse... Spadoni e i suoi collaboratori se ne sono accorti immediatamente, e ci hanno riso sopra. Così come Eron, avvertito quasi subito dallo stesso Spadoni dell’accaduto. Solo l’altra sera la notizia è trapelata, diventando subito un caso, anche sulla Rete. L’artista l’ha presa con filosofia: «La parete sulla quale ho disegnato il finto buco doveva comunque essere riverniciata.. Il museo non ha colpe, e anzi personalmente ci sarei rimasto peggio se l’operaio si fosse accorto che era un buco finto. Stuccandolo, invece, in un certo senso mi ha aiutato a ‘completare’ l’opera».

Manuel Spadazzi