Faenza, 1 marzo 2014 - Il sogno è di quelli splendidamente folli. Ma Simone Alessandro Cornacchia ha dalla sua l’età, 22 anni, e l’entusiasmo. Questa mattina alle 9 da piazza del Popolo parte (foto) la straordinaria avventura in bicicletta che Alex, così tanti lo conoscono, ha battezzato ‘Endless road’, la strada infinita: il giro del mondo via terra e mare, con l’unica regola di non prendere mai un aereo.

«Quando tornerò? Non lo so, ma starò via anni, forse sei o sette, anche se non mi metto limiti. Se durerà meno non ne farò un dramma, non è una gara, ripartirò», racconta Cornacchia, faentino diplomato al liceo Torricelli, indirizzo socio-psico-pedagogico. Al suo fianco c’è la bici, già carica di 28 chili di bagagli, provviste, sacco a pelo e tenda e un piccolo computer portatile. Ma nessuna mappa o navigatore. Lui ha gli occhi che brillano dall’emozione. «L’idea mi girava in testa da anni — racconta —. Prima pensavo di andare soltanto in Spagna in bici per visitare degli amici. Poi è diventato qualcosa di più, in particolare dopo aver incontrato altri viaggiatori e aver letto molti libri che mi hanno ispirato, fra cui ‘Mondoviaterra’ di Eddy Cattaneo che ha fatto un viaggio simile anche se in meno tempo. Così mi sono preparato, ho risparmiato e fissato una data per il via. Magari al termine scriverò un libro anch’io». I genitori all’inizio non l’hanno presa benissimo: «Mia madre ha pensato che fossi matto, credo — dice con un sorriso —. Poi però non mi hanno ostacolato, forse sanno che mi so organizzare».

La passione per i viaggi nasce qualche anno fa, dopo la maturità. «Era un periodo un po’ particolare per me — racconta — così ho preso un mappamondo e ho puntato il dito a caso. E ho pescato gli Stati Uniti. In due anni ho fatto quattro viaggi in America con qualsiasi mezzo, in uno ho fatto 40mila chilometri in auto in 47 giorni. Poi ho deciso che era il momento di cambiare». E non si è fermato: «Ho girato l’Europa dell’est, facendo 3.500 chilometri in autostop». Tutti viaggi con un aspetto comune: «Ho fatto esperienze indimenticabili, ma la cosa più bella sono state le persone che ho incontrato — dice —. Ora ho amici in cinque continenti, tantissimi contatti e ho imparato moltissimo. Se non avessi viaggiato lo rimpiangerei». Molti pensano che viaggiare in questo modo possa essere pericoloso, ma l’esperienza di Simone Alessandro è diversa: «Mi sono mosso con prudenza, senza mai correre pericoli — spiega — né fare brutte esperienze».

E ora è il momento di partire. E sarà verso ovest. «Oggi vado a Firenze — dice —, ma la prima vera tappa è Barcellona, dove andrò a trovare dei miei amici». Da lì il viaggio è tutto da immaginare: «Penso di esplorare la penisola iberica — spiega — poi la mia idea era di scendere per il Marocco e la costa occidentale dell’africa, fino al Senegal. Qui spero di riuscire a imbarcarmi su una nave mercantile per il Brasile. La mia idea è di lavorare quando ci sarà l’occasione. Sulla nave potrei pagarmi il passaggio così». Alex ha anche scelto di usare il suo viaggio per una buona causa: «Voglio diffondere l’attività dell’associazione Cosmohelp, che si occupa di aiutare i bambini del mondo».
La pagina facebook sulla quale seguire il viaggio è con lo pseudonimo di Simone Alessandro, Alex Wilson (nome ispirato al film Cast Away): www.facebook.com/AlexWilsonTraveler.

Patrick Colgan