Lugo (Ravenna), 16 aprile 2014 - Ha 48 anni e lavora come infermiera all’ospedale ‘Umberto I’ di Lugo (adesso è fuori servizio): è indagata a piede libero per omicidio volontario in relazione alla morte di una paziente 78enne di Russi, Rosa Calderoni. Un decesso inspiegabile, fino a quando l’autopsia non ha evidenziato, nel sangue dell’anziana donna, tracce anomale di potassio, sostanza in grado di provocare prima asistolie e poi attacchi cardiaci che possono anche risultare fatali in persone avanti con gli anni, o in precarie condizioni di salute. L’infermiera è al centro dell’indagine perché sarebbe stata proprio lei a seguire la paziente nelle ultime ore di vita.

L’inchiesta, avviata dalla Procura sulla base della segnalazione trasmessa dall’Ausl, punta però molto più in là e vuole fare luce su numerosi altri decessi ‘inspiegabili’ avvenuti negli ultimi anni all’ospedale lughese. Proprio per questo i carabinieri del Reparto operativo hanno sequestrato, su incarico del pm Angela Scorza, una quarantina di cartelle cliniche. Inoltre il dottor Vito Cirielli, medico legale di Verona, ha ricevuto l’incarico di eseguire una perizia sul corpo di Rosetta Calderoni come ‘accertamento tecnico irripetibile’. I risultati si conosceranno entro 60 giorni.

«Riteniamo che non sussista più alcun pericolo per i degenti. E lo diciamo a ragion veduta, perchè l’indagata non è in servizio». A prescindere da quale sarà l’esito degli accertamenti nei confronti dell’infermiera, il capo della Procura Alessandro Mancini ha voluto mettere un punto fermo nell’indagine sulle morti sospette. Un’indagine «estremamente complessa e delicata: l’esito non è assolutamente scontato, sotto tutti i punti di vista». Affiancato dal tenente colonnello Antonio Sergi (i due nalla foto, ndr), comandante del Reparto operativo dei carabinieri, il procuratore capo ha parlato con grandissima cautela, ma ha ritenuto comunque di intervenire pubblicamente per, soprattutto, inviare un messaggio in grado di contrastare «l’allarme sociale» che una vicenda come quella appena venuta alla luce potrebbe legittimamente suscitare. «Adesso non c’è più pericolo», ha tenuto a ribadire Mancini, fermo restando il fatto che l’indagine — coordinata dal sostituto Angela Scorza — è solo alle fasi iniziali.

Il procuratore ha riassunto brevemente la situazione: «C’è un’indagine in corso che riguarda l’ospedale civile di Lugo per una serie di decessi, alcuni dei quali sospetti a causa di una serie di anomalie». Confermato il fatto che l’indagine è scaturita dalla morte di Rosetta Calderoni, evento segnalato dall’Ausl; così come è confermato il fatto che da quella tragedia, le cui anomalie sono state confermate in sede di esame autoptico, è derivata ‘a cascata’ la volontà di fare piena luce anche su altri casi. Il capo della Procura non ha fornito particolari su quanti siano esattamente i decessi oggetto di indagine, ha però affermato che a partire da venerdì scorso, quando il ‘caso’ è esploso, sono state sequestrate «documentazione e alcune cartelle cliniche. E sono state ascoltate numerose persone».

E’ stato anche evidenziato come l’indagine sull’infermiera dell’ospedale lughese presenti analogie «con un caso del passato». Il riferimento è all’inchiesta che venne avviata all’inizio del 2004 nei confronti di un medico dell’ospedale di Ravenna, sospettato di aver causato la morte di alcuni pazienti attraverso la somministrazione di potassio. Il professionista venne completamente scagionato il 15 dicembre 2008 a conclusione del processo con rito abbreviato davanti al gip.