Ravenna, 24 maggio 2014 - Ecco dove finiva il rame rubato da aziende e cimiteri, senza dimenticare i condomini che vengono spogliati delle grondaie. La polizia, nell’ambito di un’operazione in grande stile fatta a livello europeo, ha intercettato un carico di ‘oro rosso’ (FOTO - VIDEO) che già si trovava ammassato in un container del porto, pronto a prendere il mare. Quasi due tonnellate di metallo sequestrato e tre persone denunciate per ricettazione (un italiano, un romeno e un albanese poi arrestato perché tornato in Italia dopo un’espulsione). Un metallo che sta diventando sempre più prezioso, e per questo appetibile, dal momento che nel mercato nero lo si vende a 8 euro al chilo.

L’altra settimana le auto di lusso rubate, ora il rame. Per controllare ciò che filtra dal porto di Ravenna servono mille occhi. E quelli della questura vedono bene. In tutta la provincia sono stati effettuati 159 controlli nell’area portuale e 22 in altre zone. Duecento, in tutto, le persone controllate e 168 i mezzi di trasporto passati al setaccio. E da un solo magazzino — che era sorvegliato dall’italiano e dal rumeno — è saltata fuori la parte più consistente, ben 1700 chili di matasse. Il rame è come il maiale, non si butta via niente: c’erano i cavi già tagliati e ripuliti dalle guaine in plastica, pure quelle vengono riciclate. Solitamente le razzie vengono fatte nei capannoni di aziende in disuso o fallite, che sono sempre in numero maggiore. Poi ci sono le grondaie: quelle dei cimiteri — già ripuliti in lungo e in largo — sono agli sgoccioli, ora ad attrarre i predoni sono i condomini. Il cittadino albanese è stato fermato addirittura in bicicletta, mentre trasportava una partita di pluviali. Alla polizia ovviamente non ha saputo dare spiegazioni adeguate.

Impossibile, ha precisato il capo della Squadra mobile, Nicola Gallo, risalire alla provenienza del materiale rubato. Ai controlli, svolti in contemporanea da tutte le polizia dell’Ue, a Ravenna hanno collaborato anche polfer e commissariati di Lugo e Faenza.