Lugo (Ravenna), 6 giugno 2014 - “Noi non conduciamo inchieste parallele, non intralciamo il lavoro della magistratura, non trasformiamo un ospedale in uno stato di polizia. Abbiamo aperto due procedimenti disciplinari interni, uno sulle foto e uno sui furti, non sulle responsabilita’ individuali, bensi’ sulle procedure. Ma questo e’ nulla rispetto all’orribile ipotesi di omicidio in questione. Siamo convinti che da un punto di vista organizzativo le norme siano state rispettate, e al personale di Lugo ho detto di resistere. Certo, se chi ha denunciato lo avesse fatto prima e con piu’ particolari avremmo saputo anche noi”. Il direttore generale dell’Ausl della Romagna, Andrea Des Dorides, ha convocato oggi la stampa in via Chartres alla luce del “disorientamento” generale, dice, rispetto al caso del cosiddetto “ospedale degli orrori”.

Tutto ruota intorno all’infermiera 48enne indagata per l’omicidio volontario aggravato (secondo la procura e’ stata usata una super dose di potassio) di una paziente di 78 anni, morta l’8 aprile scorso. Il primario di Medicina e un altro medico sono indagati con l’ipotesi di aver ritardato la comunicazione del decesso, il direttore sanitario dell’ospedale per presunta omissione di atti d’ufficio.  Ma tengono banco anche l’ipotesi di vilipendio di cadavere per le ormai famigerate foto-choc (durante gli interrogatori una collega dell’infermiera ha detto di averle scattato una foto, su sua richiesta, accanto ad un paziente morto da poco) e i furti in corsia (“una quarantina da fine 2012 a oggi, abbiamo fatto la segnalazione al commissariato”, dice Des Dorides), per i quali la stessa infermiera ha ricevuto un avviso di fine indagine a parte.

Proprio in ragione di questi ultimi l’infermiera e’ stata sospesa dal servizio, pur a stipendio intero: “A parte i casi di rinvio a giudizio, la decurtazione e’ vietata dalla legge e noi operiamo nella legalita’. Chiarisco che non stiamo parlando di un’infermiera che non sapesse svolgere il suo lavoro, e a suo carico non mi risultano precedenti provvedimenti disciplinari. E non sono previsti test psicologici per l’assunzione delle infermiere, e’ facile a posteriori dire che bisognava controllare...”. Ma non e’ stato detto che la caposala era al corrente dei furti? “Se lo sapeva poteva denunciarlo”, insiste il dg confermando, in sostanza, quello che per ora appare il suo unico appunto al personale: se davvero qualcuno sapeva qualcosa lo doveva dire prima e meglio. “Una cosa e’ una denuncia generica, un’altra cosa e’ una denuncia puntuale. Noi abbiamo agito in base a cio’ che sapevamo. L’episodio del medico che avrebbe visto uscire l’infermiera con 600 euro? Non rientra nei nostri atti”, spiega Des Dorides, osservando a piu’ riprese di avere meno notizie di quelle offerte dalla cronaca giudiziaria in queste settimane.

La concomitanza tra la morte sospetta e alcune voci su comportamenti “anomali” e’ emersa, dice il direttore, il 9 aprile, e il 10 mattina e’ arrivata la denuncia in procura. Inoltre, se il procuratore Alessandro Mancini sta procedendo unicamente per il decesso della 78enne, la situazione resta ‘fluida’ e le morti considerate sospette complessivamente sono 38 (tra i quali ci potrebbe essere il paziente del telefonino). In questo caso Del Dorides condivide la tesi contenuta nella memoria difensiva gia’ presentata dal primario: non c’e’ uno scarto significativo rispetto al dato delle morti verificatesi, nello stesso periodo, quando l’infermiera non era in servizio.

Continua il dg: “Abbiamo chiesto tre volte l’accesso agli atti per l’apertura dei procedimenti interni. Il potassio? Non e’ previsto un registro di carico-scarico, solo una norma di prudenza. Nulla poi ti protegge al 100% dal dolo. A Lugo lavorano 881 persone, 14mila i ricoveri l’anno: non travolgiamo tutto. Le regole ci sono, il problema e’ chi non le rispetta. La stragrandissima maggioranza opera in modo regolare. I sindacati hanno lamentato caos al reparto? Ho incontrato il personale, e’ provato, ma non mi risulta alcun caos ne’ prima, ne’ durante, ne’ dopo” i fatti “e- conclude il manager dell’Ausl Romagna- non c’e’ nulla da avvicendare”.

(Fonte Dire)