Ravenna, 14 giugno 2014 - Una struttura ospedaliera, di proprietà e gestita da personale religioso, in grado di seguire anche persone con problemi psicologici; un struttura nel cuore dell’Umbria in cui i contatti con il mondo esterno sono peraltro ridotti al minimo indispensabile. E’ questa la struttura indicata dall’avvocato Battista Cavassi come luogo in cui don Giovanni Desio potrebbe essere posto agli arresti domiciliari. La richiesta di attenuazione della misura cautelare è stata presentata nei giornio scorsi alla cancelleria del gip Rossella Materia che entro metà settimana dovrà decidere, previo parere del pm che, per l’indagine in questione, è Isabella Cavallari.

Don Desio, indagato per due condotte di atti sessuali (consenzienti) con altrettanti ragazzi fra i quindici e i sedici anni, è in custodia cautelare in carcere dal 7 aprile, il giorno in cui gli venne notificata l’ordinanza firmata dal gip Materia. Dopo aver trascorso una decina di giorni nel carcere di Ravenna, il religioso, già parroco a Casal Borsetti, venne trasferito in una speciale sezione del carcere di Forlì, dove si trova tutt’ora. Qui don Desio è rimasto in una cella da solo fino a due settimane fa, poi ha fatto ingresso un altro detenuto. L’avvocato Cavassi ha ritenuto di presentare l’istanza di attenuazione della misura proprio in relazione al tempo trascorso in carcere e alla condotta contestata che, per le modalità così come risultano dalla corrispondenza elettronica intercettata, non appare così grave da non potersi ritenere contenibile, sotto il profilo del rischio di reiterazione del reato, con gli arresti domiciliari in una struttura religiosa in cui peraltro non vi sono degenti di giovane età.

Il religioso, in carcere, riceve le visite della sorella e, ogni settimana, anche del suo legale (a quanto pare anche il vescovo mons. Lorenzo Ghizzoni ha chiesto il permesso di incontrarlo); don Desio trascorre gran parte del tempo immerso nella lettura, ma è ben comprensibile che soffra dell’impossibilità di utilizzare anche le moderne tecnologie mobili con cui don Desio, giornalista e cultore di cinematografia, era in continuo contatto con molteplici fronti dello scibile umano. In un primo tempo, le ricerche del luogo da indicare per gli arresti domiciliari si erano concentrate su una struttura conventuale, ma poi la scelta — che pare essere stata concordata anche con le gerarchie ecclesiastiche — si è orientata sulla moderna struttura ospedaliera umbra.

c.r.