Ravenna, 28 giugno 2014 - «Ricordo solo quegli occhi chiari, che puntavano dritti ai miei e le sue mani, nel frattempo, che cercavano di insinuarsi dentro la cassa per prendere il denaro». È Katia, una delle due titolari del piccolo Conad di via Chiavica Romea, proprio quella che giovedì pomeriggio è tornata a casa con un pugno rifilatole al volto da un rapinatore, mentre lei cercava in tutti i modi di cacciarlo usando una baguette.

Erano da poco passate le 17, quando il malvivente ha deciso di entrare in azione. Si è avvicinato alla cassa e subito ha puntato al contante presente nei registratori, ma non poteva certo aspettarsi la reazione di Katia. Non ci ha infatti pensato due volte la titolare a proteggere il bottino, ingaggiando una difesa a dir poco inconsueta, ovvero brandendo una baguette. «Non volevo che mi portasse via il frutto di un duro lavoro — spiega Katia, dopo nemmeno 24 ore dall’accaduto — e infatti credo proprio di avergli fatto paura. L’ho visto stranito e così il suo compagno ha pensato bene di strappare il registratore dell’altra cassa che, però, essendo chiusa, era quasi vuoto. Per questo ho faticato a chiudere occhio questa notte, temevo che, visto lo scarso bottino, sarebbero tornati per spaccare le vetrine. E dire che mi sembravano così giovani. La nazionalità? Sicuramente italiani, ma dall’accento non saprei dire di dove».

Una reazione dettata da troppi anni trascorsi faccia faccia con i malviventi, per non parlare del furto che Katia, meno di un mese fa, ha subito all’interno del suo appartamento. «Io e la mia socia prendemmo in gestione il negozio nel 1995 — racconta la titolare —. E in quasi vent’anni di attività abbiamo subìto almeno una decina di rapine. Ognuna delle nostre dipendenti che lavora o ha lavorato alla cassa ne ha ricevute le sua piccola dose». L’ultima, in ordine di tempo, risale al 24 febbraio scorso. Esattamente due settimane dopo al colpo nel Conad di via Santucci, durante il quale i ladri aprirono addirittura un buco nel muro. Poi ancora nell’agosto del 2009. «Anche quella volta erano in due e mi puntarono la pistola qui — ricorda Katia, indicandosi il centro del petto —. Così aprì la cassa e consegnai tutto il denaro. Purtroppo questa è una strada non molto trafficata, le macchine passano di rado e così, soprattutto in inverno quando fa buio presto, c’è il rischio di trovarsi a contatto con qualche rapinatore».

Ora in via Chiavica Romea tutti conoscono Katia e il suo Conad. La titolare parla infatti di tanti clienti che, questa mattina, si sono recati in negozio per dirle «brava» e di altri, invece, che l’hanno invitata ad evitare certe reazioni, «perché non si sa mai come possa comportarsi un rapinatore». Le ultime considerazioni della titolare sono per il cliente che, giovedì pomeriggio, è corso in suo aiuto: «Ci tengo a ringraziarlo tanto».

Alessandro Cicognani