Ravenna, abusi sessuali sulle nipotine, il tribunale allontana il nonno

Non può più comunicare con loro e deve stare ad almeno 200 metri

 Le indagini sono state svolte dalla squadra Mobile della polizia

Le indagini sono state svolte dalla squadra Mobile della polizia

Ravenna, 26 ottobre 2017 - Deve fare i conti con la peggiore delle accuse per un nonno: quella di avere abusato sessualmente delle sue nipotine. Tanto che da lunedì scorso non può più comunicare con le piccole, con ogni mezzo e in ogni modo. E deve stare ad almeno 200 metri da loro, ovunque si trovino: casa, scuola o parco che sia.

Lo ha deciso il gip Rossella Materia sulla base delle indagini fin qui svolte dalla squadra Mobile della polizia e coordinate dal pm Cristina D’Aniello. Per l’uomo, un anziano del Ravennate difeso dall’avvocato Francesco Papiani, l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice è stato fissato per inizio novembre. Ma già in occasione di un drammatico confronto familiare, avrebbe in buona sostanza fatto conferme sull’accaduto.

Per lui i guai hanno una data precisa: 7 luglio 2017. È quel giorno che la più grande delle sorelline decide di confidarsi con i genitori: perché il nonno, a suo dire, l’aveva in più occasioni palpeggiata. Parole di fronte alla quali pure la più piccola si decide a raccontare di attenzioni particolari subite dall’anziano in almeno una circostanza: lei però non aveva mai osato rivelare nulla perché il nonno le aveva detto di non dire assolutamente niente.

I genitori decidono allora di affrontare subito la questione di petto e chiamano i diretti interessati, compreso il nonno, per un serrato confronto familiare. L’anziano – secondo quanto annota il gip nell’ordinanza – all’inizio nega tutto: ma poi si decide ad ammettere almeno parzialmente, usando secondo i presenti questa espressione: «Sì, l’ho fatto... ma l’ho fatto così».

Gli animi si surriscaldano, l’anziano capisce che è arrivato il momento per lui di girare i tacchi e tornare a casa in fretta. Ma poco dopo il suo arrivo, viene raggiunto da un familiare che lo picchia senza sconti. E infine viene pure cacciato dalla moglie, la nonna delle piccole.

Un quadro nel suo complesso per il quale – sottolinea il giudice – esistono a carico del nonno gravi indizi di colpevolezza per il reato di atti sessuali con minorenne aggravati dall’età delle piccole: l’anziano avrebbe cioè agito senza «elementi di costrizione» ma approfittando della tenerissima età delle nipotine. Nel dispositivo viene sottolineato pure «l’atteggiamento minimizzante assunto» dall’indagato «al cospetto dei familiari»: un po’ come se non avesse compreso la gravità delle sue azioni. Ragione che fa ritenere – prosegue il gip – che esista un concreto rischio di reiterazione del reato. Alla luce del fatto che l’anziano sia incensurato, segnato da vari acciacchi e in ragione dell’entità dei reati fin qui a lui attribuiti, la misura cautelare migliore per bloccarlo – conclude il giudice – è quello di stare a debita distanza dalle piccole.