Aggressione in pizzeria, raffica di denunce dopo le indagini

Faenza, protagonista un 29enne rom che risulta però apolide e per questo non può essere espulso

L’AGGRESSIONE La lite ripresa dalle telecamere

L’AGGRESSIONE La lite ripresa dalle telecamere

Faenza, 19 ottobre 2016 – Violenza privata, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, lesione personale, danneggiamento e violazione dell’ordine del questore di Ravenna di lasciare l’Italia. E’ la lunga serie di reati per i quali è stato denunciato il 29enne rom che la sera del 25 settembre si rese protagonista di una lite iniziata in una pizzeria di via Saviotti e terminata con il lancio di due fioriere all’indirizzo del locale, una delle quali colpì un cliente. Un episodio che aveva suscitato allarme e molte discussioni in città e al quale seguirono manifestazioni di protesta.

A distanza di una ventina di giorni, dopo aver ascoltato una quindicina di testimoni tra i quali amministratori, presidenti di quartiere e altre persone, e soprattutto dopo l’analisi delle immagini delle telecamere della pizzeria e del bar attiguo, i carabinieri hanno notificato le denunce-querele al 29enne.

I carabinieri hanno ricostruito quanto accadde quella sera. L’uomo entra in pizzeria alle 19.32 dirigendosi in bagno, nonostante la cassiera gli faccia notare che la toilette è fuori servizio. L’uomo dopo esserne uscito inizia un battibecco con il proprietario e gli scuote le mani bagnate sul viso. Nel frattempo, il rom accende una discussione con un cliente in coda alla cassa, che gli chiede di mantenere un comportamento civile. Nelle immagini si vede il 29enne spingere il malcapitato e in aiuto di quest’ultimo intervenire un altro cliente che riceve, anche lui, uno spintone. Il tutto davanti a bambini. La cosa degenera e si vede che il primo a colpire con un pugno è il 29enne. Poi le immagini raccontano che il nomade, probabilmente apostrofato da alcuni avventori, afferra un vaso all’esterno del vicino bar, lanciandolo all’indirizzo del locale. Il vaso finisce contro un divanetto. Con un altro vaso invece colpisce la seconda persona aggredita nel locale (poi medicata in ospedale per un trauma contusivo allo zigomo sinistro, contusioni e graffi agli avambracci, 15 giorni di prognosi). Quanto ripreso dalle telecamere dei locali combacia con il racconto dei 15 testimoni ascoltati dai carabinieri.

La notizia si sparse velocemente e quella sera in tanti, e a vario titolo, un assessore, una consigliera comunale, la presidente di quartiere, il presidente del centro sociale e una persona vicina alle associazioni che seguono da anni la questione rom, si recarono in via Riccione, dove il Comune aveva concesso un appartamento a un parente dell’uomo coinvolto nella lite. Anche questi, per spiegare i motivi per i quali quella sera erano andati sul posto, sono stati ascoltati dai carabinieri. Nei giorni scorsi c’è stato l’epilogo della vicenda con la convocazione del 29enne negli uffici della compagnia dei carabinieri e la contestazione dei reati. Nei confronti del 29enne pende un ordine del Questore di lasciare l’Italia; l’uomo, che ha dichiarato di essere originario della Bosnia, risulta però apolide. Il consolato bosniaco ha risposto che l’uomo non è mai stato censito, quindi non può essere rimpatriato in alcun Paese.