Addio ad Arnaldo Roncuzzi, scoprì l’antico porto

Imprenditore e studioso, si è spento a 89 anni

Arnaldo Roncuzzi in bici

Arnaldo Roncuzzi in bici

Ravenna, 8 dicembre 2016 - Si è spento all’età di 89 anni, l’ingegner Arnaldo Roncuzzi, imprenditore, studioso dell’Antico porto romano di Classe, politico, socio della Casa Matha e membro della Fondazione Cassa di risparmio di Ravenna. Abitava in Via Zagarelli alle Mura.

Laureato in Ingegneria Civile Idraulica all’Università degli Studi di Bologna con la tesi intitolata ‘Il porto. Cenni storici e prospettive future’, Arnaldo Roncuzzi ha legato il proprio nome alle scoperte archeologiche di Classe. Si impegnò anche in politica. Nel 2001 fu candidato a sindaco collegato alle liste Alleanza nazionale, Forza Italia, Lega nord e sedette in Consiglio comunale fino al gennaio 2005 quando si dimise lasciando lo scranno a Gianluca Palazzetti.

«Credo che Arnaldo abbia degli straordinari meriti» commenta oggi Mauro Mazzotti, attento studioso di Ravenna e dei ravennati. «Era un esperto di sondaggi del terreno, perché avendo delle cave, si dedicava all’attività estrattiva. Aveva delle aste di ferro con le quali sondava il terreno ed era in grado di dire ‘qui c’è della sabbia’, ‘questo è un vecchio acciotolato’, ‘ecco delle banchine portuali’. Identificò in questo modo tanti reperti archeologici e riuscì a ricostruirne anche il percorso storico». Individuò, ad esempio, il tracciato della Fossa Augusta, il canale che congiungeva Classe con Ravenna e da qui si prolungava fino alla laguna veneta e al sistema portuale di Aquileia. In città, lungo la Fossa Augusta, si trovava la fabbrica delle navi. Butrium, l’acquedotto di Traiano, i canali sotterranei della città. Sono tante le piccole e grandi scoperte che portano la firma di Roncuzzi.

Un uomo convinto fino in fondo delle proprie idee, di qui anche alcune vivaci discussioni culturali con la Soprintendenza. Accadde ad esempio nel 1997 a proposito della condotta sotterranea in muratura scoperta nel 1983 fuori dalle mura di Classe antica. Per l’archeologia ‘ufficiale’ si trattava di una condotta fognaria, per Roncuzzi (che ne scrisse sul suo periodico ‘Classe e Ravenna’) di una presa d’acqua orizzontale per alimentare un pozzo per abbeverare cavalli ed asini. La sua grande conoscenza idrografica della città venne spesso messa a disposizione di tanti giovani che preparavano tesi di laurea in Ingegneria.

«Un uomo sempre disponibile – dice ancora Mazzotti – un tipico Ravegnano. Un uomo che mi ricorda molto il Savini del primi del ’900».