Carabiniere investito, il 32enne arrestato aveva il divieto di ritorno a Faenza

Il nomade ora in carcere per tentato omicidio era destinatario di un foglio di via. Il 16enne che era con lui andrà in una comunità

L'auto rubata usata dai fuggitivi 'a fine corsa'

L'auto rubata usata dai fuggitivi 'a fine corsa'

Faenza (Ravenna), 27 aprile 2017 - Andrà in comunità il 16enne arrestato dopo l’inseguimento terminato con un carabiniere ferito. E’ la decisione del tribunale dei minori sul giovane che era sull’auto condotta dal 32enne Maicol Husovic e con la quale, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, i due la sera di venerdì scorso avevano prima tentato due furti nel Lughese e poi, inseguiti da una gazzella dell’Arma, avevano forzato due posti di blocco con un’auto rubata e travolto un militare, rimasto seriamente ferito. Alla fine la fuga era finita con l'auto dei fuggitivi fuori strada e l'arresto dei due nomadi che erano a bordo. I carabinieri hanno anche ricostruito la figura del nomade 32enne – attualmente in custodia cautelare in carcere con pesanti ipotesi di reato, fra cui tentato omicidio, resistenza, lesioni – che quel venerdì sera non sarebbe dovuto essere in città. Negli ultimi due anni l’uomo era stato infatti destinatario di ben 18 denunce per violazione del divieto di ritorno a Faenza, quattro solo nel mese di marzo. A queste bisogna aggiungere procedimenti pendenti, arresti e denunce per furti e reati contro la persona, a cominciare dal 2007. Husovic aveva inoltre un secondo divieto di ritorno, questa volta a Ravenna, ed era stato sottoposto a centinaia di controlli in molte province della regione, dove aveva utilizzato, secondo i carabinieri, anche numerosi ‘alias’. Il 32enne negli ultimi tempi era stato più volte nella caserma dei carabinieri di Faenza visto che era stato sorpreso nel nostro comune nonostante il divieto di ritorno notificatogli dagli stessi militari nel 2014 quando era stato emesso «ritenendolo pericoloso per la pubblica sicurezza». Le indagini non si fermano. I carabinieri stanno verificando se nei giorni precedenti l’arresto, i due possano essere stati gli autori di altri furti. Il giudice per le indagini preliminari fra le motivazioni che hanno portato alla misura carceraria nei confronti del 32enne ha messo in luce il pericolo concreto che possa commettere altri reati contro il patrimonio in ragione – aveva scritto in sintesi il gip – della non occasionalità dei colpi e considerando la professionalità con cui aveva individuato gli obiettivi, vale a dire casseforti con gli incassi delle attività commerciali.