Bagni delle polemiche. Il sindaco: "Eliminarli? Prima finiamo la piazza"

De Pascale: "Vedremo se c’è la possibilità di effettuare miglioramenti o di adottare soluzioni ancora più radicali"

La nuova struttura

La nuova struttura

Ravenna, 29 ottobre 2016 - «Adesso si va avanti. La piazza va finita, dopo ne parleremo e vedremo se c’è la possibilità di effettuare miglioramenti o di adottare soluzioni ancora più radicali». Il sindaco, Michele De Pascale, sui bagni montati due giorni fa in piazza Kennedy e già al centro di polemiche e proteste non usa giri di parole. La priorità è la chiusura del cantiere.

De Pascale, com’è possibile aver autorizzato strutture così invasive nella piazza?

«Quello di piazza Kennedy è un progetto che abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione. Ed è frutto di un iter complesso, che ha subito modifiche e accidentalità. Sono stati commessi errori e ogni nuovo passaggio è accompagnato da polemiche, anche comprensibili. Piazza Kennedy non è certo un buon esempio di come si riqualifica una piazza nel centro di una città».

Allora non sarebbe meglio rimuoverli subito i bagni?

«La priorità è arrivare alla conclusione del cantiere. Ci sono un capitolato, un bando. Intervenire ora significherebbe modificare la gara, allungare ulteriormente i tempi anche dal punto di vista burocratico. Noi faremo le verifiche necessarie per appurare che tutto corrisponde a quanto contenuto nel bando, ma andiamo avanti».

Alla fine dei lavori manca davvero poco, un mese, massimo due.

«Appunto. Quando i bagni saranno inseriti nel contesto defintivo potremo giudicare con maggiore serenità. Un minuto dopo l’apertura di piazza Kennedy sono disposto a confrontarmi con gli operatori, con chi voglia discutere dei bagni. Si valuteranno eventuali miglioramenti o anche, ripeto, soluzioni più radicali. Ovviamente in collaborazione con la soprintendenza».

Intervenire dopo l’apertura del cantiere comporterà un aumento dei costi?

«I costi non dovrebbero essere elevati. Stiamo comunque parlando di prefabbricati. Comunque che lì ci sarebbero stati i bagni si sapeva, e se sono stati inseriti nel progetto non è un caso».

In che senso?

«Piazza Kennedy è stata pensata per accogliere eventi, spettacoli. Anche per alleggerire piazza del Popolo. In questo contesto non avrebbe senso montare e smontare ogni volta i bagni chimici. Se si tolgono i bagni da lì si modifica anche la vocazione del luogo».

Ma a lei quei bagni piacciono?

«Partiamo dal presupposto che i bagni pubblici solitamente non sono strutture bellissime. Questi hanno effettivamente dimensioni che pregiudicano la visuale dei palazzi. E poi ci sono le scritte: quelle dimensioni mi lasciano un po’ perplesso».