Banda di ladri arrestata dai carabinieri di Faenza

Un 21enne e un 37enne, entrambi albanesi, agivano insieme a un terzo uomo, ancora ricercato

La banda in azione durante uno dei colpi

La banda in azione durante uno dei colpi

Faenza (Ravenna), 22 febbraio 2017 - Prendevano a picconate gli ingressi, tagliavano serrande e in uno dei colpi avevano tentato d'investire il comandante dei carabinieri di Brisighella. I militari dell'Arma della compagnia di Faenza hanno assicurato alla giustizia una banda di malviventi albanesi che nell'ultimo mese aveva messo a segno almeno una decina di colpi solo nel Faentino. Per la loro spregiudicatezza e pericolosità lo stesso Procuratore Capo della Procura di Ravenna, Mancini, ha firmato un decreto di fermo. Con quello in mano i carabinieri di Faenza, guidati dal capitano Cristiano Marella, sono andati nell'ultimo covo della 'batteria' a Reggio Emilia e ne hanno arrestati due. Il terzo è ancora ricercato. I due finiti in manette sono un 21enne e un 37enne, entrambi originari dell'Albania.

I tre si muovevano nelle città del Nord Italia, Modena, Brescia, Ravenna e Reggio Emilia alla ricerca di case isolate e di attività da depredare. Il loro modus operandi era sempre lo stesso. Si muovevano con un furgone che di volta in volta rubavano e poi con un'auto 'pulita'.

Il terzetto è entrato nel mirino dei militari dell'Arma la notte del 4 gennaio a Brisighella dove avevano appena assaltato il bar Stazione. Il comandante della caserma del paese collinare del ravennate, il maresciallo Pino Pellegrino, stava rientrando da una cena quando verso le 3 aveva sentito il tipico fragore dio una vetrata che andava in frantumi. In tutta fretta era arrivato sul posto dove aveva visto quattro persone incappucciate che stavano portando via registratore di cassa e una macchina scambia-monete. Il sottufficiale si era qualificato e poi aveva tentato di fermare la banda. Questi di tutta risposta erano risaliti sul furgone e con questo avevano tentato di investire il maresciallo.

Dopo circa una settimana, nel periodo dell'ondata di furti nella zona di Riolo Terme, case, chioschi e ristoranti depredati, un pomeriggio lo stesso furgone usato per il furto di Brisighella assieme ad una Fiat Punto, erano state notate in una strada. Una residente aveva annotato le targhe e trasmesso l'informazione alla Municipale della cittadina termale. La Fiat Punto era poi stata fermata da una pattuglia dei carabinieri qualche ora dopo sempre a Riolo. A bordo c'erano tre albanesi (due degli arrestati e il terzo ricercato). Con loro non avevano nulla e quindi i militari hanno dovuto lasciarli andare. Uno della pattuglia però aveva notato alcuni indumenti particolari che erano gli stessi di alcuni malviventi che avevano compiuto la spaccata a Brisighella. Messe in fila le cose, il terzetto è stato attenzionato.

I carabinieri hanno iniziato a pedinarli nei loro sopralluoghi non solo nel faentino ma anche in altre zone del Nord Italia. Poi facevano rientro sempre allo stesso posto una casa occupata abusivamente a Castel Bolognese. Il terzetto però ad un certo punto si era allontanato dalla Romagna per andare a Reggio Emilia. A quel punto il Procuratore Mancini ha deciso di fermare la banda, anche per il pericolo di una fuga e così ha emesso un decreto urgente di fermo. Nei giorni scorsi i carabinieri di Faenza sono partiti alla volta di Reggio Emilia e qui hanno arrestato due dei tre della banda. Nel covo di Castel Bolognese però i carabinieri hanno trovato molta refurtiva e attrezzi per lo scasso.