Ravenna, 4 luglio 2017 - Aveva preso in affitto un appartamento apposta a Ravenna e sperava. Sperava Matteo Cagnoni di potere ottenere i domiciliari con braccialetto elettronico. Di essere insomma scarcerato dopo nove mesi e mezzo per prepararsi al processo al meglio.
Il gup Antonella Guidomei gli ha invece detto no. Un no secco giustificato con la necessità – ha precisato il giudice nel suo atto – di preservare tutte e tre le ragioni che giustificano una custodia cautelare in carcere: pericolo di fuga, di reiterazione del reato e pure di inquinamento probatorio. Insomma, al 52enne dermatologo tocca incassare l’ennesimo no, giunto peraltro a pochi giorni dal rinvio a giudizio per l’omicidio pluriaggravato e l’occultamento di cadavere della moglie, la 39enne Giulia Ballestri ammazzata il 16 settembre scorso a bastonate in testa in una villa di famiglia da tempo disabitata di via padre Genocchi.