Lugo, assolta l’ex infermiera. Daniela: "Non sono un mostro, ora rivoglio la mia vita"

Gli amici fuori dal carcere. “Giorno di festa, mi godo un bel gelato”

Daniela Poggiali esce dal carcere di Bologna (Foto Schicchi)

Daniela Poggiali esce dal carcere di Bologna (Foto Schicchi)

Bologna, 8 luglio 2017 - Tra la grande euforia e le lacrime dei familiari, radunati per ore davanti alle porte del penitenziario in trepida attesa, Daniela Poggiali (FOTO) è uscita dal carcere bolognese della Dozza ieri sera alle 20. Un pomeriggio torrido, estenuante, interminabile, pieno di tensione. Per la migliore amica e per le due sorelle, Barbara, 52 anni, e Claudia, 48. Ma, soprattutto, per il fidanzato. Luigi Conficconi, 41 anni, che non è riuscito a fermarsi neppure un attimo. Non ha smesso un secondo di passeggiare, aspettando solo quel momento, tanto atteso, in cui avrebbe potuto riavere di nuovo vicino Daniela, per poterla riabbracciare. E alla fine, quel momento è arrivato. Scortata dagli agenti della polizia penitenziaria, l’ex infermiera-killer ha potuto lasciarsi alle spalle le porte del carcere (VIDEO) per tuffarsi di nuovo tra i propri cari, scoppiati a piangere per l’emozione.

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Signora Poggiali, quali sono le sue prime parole da donna libera?

«Finalmente la verità è venuta fuori. Dopo tre anni che lo stavo dicendo senza sosta, per la precisione 1.003 giorni nei quali mi hanno tenuta in carcere, questa corte d’appello mi ha dato ragione».

«Il fatto non sussiste». Ci contava su questa soluzione?

«Ribadisco ancora che sono tre anni che lo ripetevamo. Mi hanno dipinta come un mostro, come quello che non sono. Ma avevano torto».

Si è sentita vittima di una macchinazione più grande di lei?

«So solo che alla fine in quell’aula si è tenuto conto di quello che stavo sostenendo da tutto questo tempo. C’è stata una corte d’appello che si è dimostrata giusta, imparziale, che ha dato importanza alla verità. A Ravenna è nata una bolla di sapone che è esplosa a Bologna, a qualcuno interessava solo portare a casa un risultato prima ancora di fare delle indagini, e questo non è giusto. C’è da imparare da questa sentenza».

Cos’ha da raccontare di tutto il tempo passato in prigione?

«Ci tengo a far sapere che ho lavorato. Ho percepito uno stipendio. Sono anche andata a correre ogni giorno. In poche parole, non ho mai mollato. Perché sapevo che dovevo essere forte e andare avanti. Io conoscevo la verità, una verità che hanno cercato di infangare e che ora, dopo tutti questi giorni, è venuta a galla».

E adesso, invece, cosa farà? Che progetti ha?

«Non lo so ancora, so solo che oggi è un giorno di festa. Mi sento così felice. È un giorno in cui posso riabbracciare i miei cari. Soprattutto le mie sorelle, Barbara e Claudia, e il mio fidanzato Luigi, ma anche tutti quelli che mi sono stati vicini durante questi tre lunghi anni e senza i quali non ce l’avrei fatta. Però, sicuramente, per prima cosa voglio godermi un bel gelato al cioccolato e pistacchio (ride, ndr). Voglio assolutamente rivedere mia mamma e stringerla forte. Voglio andare a casa, finalmente. Voglio riprendere tra le mani la mia vita, insomma, perché hanno cercato di togliermela ingiustamente».

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