Turismo, l'allarme degli albergatori. "Ravenna rischia di diventare città di serie B"

"L'Amministrazione comunale deve cambiare il passo"

Ravenna, Sant'Apollinare in classe

Ravenna, Sant'Apollinare in classe

Ravenna, 25 febbraio 2017 - Ravenna rischia di diventare una città di serie B, in materia di turismo, se l’Amministrazione comunale non cambia il passo. Questo l’allarme lanciato da Federalberghi Confcommercio durante un incontro con il sindaco Michele de Pascale e l’assessore Giacomo Costantini.

L’analisi parte dai dati non incoraggianti circa i ricavi degli imprenditori della ricettività che, negli anni, si sono sempre più compressi a causa di una elevata presenza di strutture di tipo extraricettivo, non sempre rispettose dei parametri di legge, ma anche per l’incidenza della provvigione pagata alle Ota (Online Travel Agency), che indice per almeno il 20 per cento sul venduto.

La conseguenza diretta è la guerra al ribasso delle camere, in particolare da novembre a marzo, ossia il periodo in cui manca un’adeguata promozione della città. Un altro dato da non sottovalutare è che, dal 1996 a oggi, le presenze alberghiere non solo non sono cresciute, ma hanno prodotto meno ricchezza per la città e il settore alberghiero, incidendo negativamente sugli investimenti e sull’occupazione di forza lavoro. Federalberghi Confcommercio sottolinea inoltre che molte delle proposte avanzate, benché in parte condivise dal sindaco e dagli assessori interessati, siano ‘rallentate’ più dalla burocrazia che dalla volontà di portarle avanti.

Qualche esempio? Gli otto cartelli di benvenuto, proposti a metà 2016, da mettere all’ingresso della città e nelle principali arterie di comunicazione (A14, A14 bis, E45, Faentina, Romea e Adriatica), per rendere visibile l’offerta turistica anche a coloro che si trovano a percorrere il territorio per recarsi verso altre mete, in particolare sull’asse Venezia e Firenze. Malgrado il progetto sia stato  definito completamente, sia nella grafica che nel contenuto, i cartelli non sono stati ancora posizionati.

Ravenna sconterebbe poi la scelta presa anni fa di non partecipare a importanti fiere di settore in Italia e all’estero, che finisce per penalizzare e nascondere la città alle grosse realtà (tour operator) che si occupano di indirizzare i flussi turistici. La decisione del nuovo assessore al Turismo di partecipare già da quest’anno ad alcune fiere lascia ben sperare, ma di certo occorrerà essere presenti alla prossima Bit di Milano.

Sul versante culturale, per Federalberghi sarebbe utile organizzare annualmente due mostre di livello, soprattutto nei periodi di bassa stagione. Sulla tassa di soggiorno bisogna poi sapere esattamente come saranno reinvestiti i soldi (circa 1,8 milioni di euro). Negativo sotto il profilo alberghiero il bilancio delle iniziative natalizie, in particolare nel centro storico di Ravenna, giudicate non in grado di attrarre turisti fuori provincia. Un cenno viene fatto infine ai trasporti. Oltre a sollecitare nuovamente collegamenti più rapidi ed efficienti tra Ravenna e lo scalo bolognese, Federalberghi Confcommercio auspica una nuova visione sulla politica dei trasporti aeroportuali, dal momento che l’aeroporto di Bologna (7.680.000 passeggeri) è congestionato e non potrà avere un deciso e ulteriore aumento del transito di passeggeri per come oggi è strutturato.

Sarebbe opportuno stimolare l’imprenditoria privata, in questo caso la stessa SA-Aeroporto di Bologna, a investire in una seconda pista in regione, che possa servire meglio il territorio. In tal senso, occorrerebbe rivalutare le possibilità d’intervento sull’aeroporto di Forlì.