Omicidio di Ravenna, "L’ultimo messaggio a mezzanotte per vederci la mattina dopo"

Le parole del nuovo compagno di Giulia Ballestri. Diversa la versione di Cagnoni

Giulia Ballestri e il marito Matteo Cagnoni

Giulia Ballestri e il marito Matteo Cagnoni

Ravenna, 8 ottobre 2016 - «Posso dire che ci siamo messaggiati fino alle 00:05 per concordare di vederci il giorno dopo», indicativamente verso le 11. A parlare è il nuovo compagno di Giulia Ballestri, e il suo ricordo davanti agli inquirenti che la mattina del 19 settembre lo stanno ascoltando subito dopo il ritrovamento del cadavere di lei, è per l’ultima volta che si sono sentiti. Ovvero poco dopo la mezzanotte tra il 15 e il 16 settembre. La donna verrà ammazzata la mattina dopo all’interno della villetta di famiglia, ora disabitata, di via Padre Genocchi. Il nuovo compagno, nel corso dello stesso interrogatorio del 19, riferisce pure di averne perso il contatto whatsapp tra le 8 e le 9 del 16.

Ed è in questo intreccio di messaggi e orari che si annidano altri dubbi circa le versioni offerte finora dal marito di lei, il 51enne dermatologo Matteo Cagnoni in carcere da 20 giorni con l’accusa di avere ucciso la consorte a bastonate in testa. Giulia e il nuovo compagno dal 6 agosto, giorno in cui il marito aveva scoperto tutto grazie a un investigatore privato, si sentivano solo tramite Instagram e un’amica comune perché Cagnoni «le controllava il telefono, l’aveva obbligata a togliere il codice di blocco».

Quasi ogni venerdì riuscivano però a incontrarsi, e così avrebbero dovuto fare anche venerdì 16. La sera prima durante lo scambio di messaggi, lei gli domanda: «Per che ora devi avere la macchina?». Ha forse bisogno di un passaggio, e così lui risponde: «Accompagno la domestica a casa quando vuoi tu, appena riesco a sganciarmi (...)». Una volta saputo dal gip di Firenze di quel messaggio, Cagnoni prima dice di spiegarsi «la fretta di andare» della consorte. Quindi afferma di essere venuto via con la moglie dalla villetta dell’omicidio, nella quale era stato con lei per fotografare dei quadri, attorno alle 10.30. Di avere poi fatto due chiacchiere con la donna ai giardinetti, di averla salutata e di averla vista l’ultima volta sotto casa in via Giordano Bruno alle 12.15. Ma Giulia verso le 11 aveva un appuntamento con il nuovo compagno, eppure non gli aveva inviato nessun messaggio per avvertirlo del ritardo. Per l’accusa al momento l’unica spiegazione è questa: che a quell’ora il marito l’aveva già uccisa.