Argillà ha portato a Faenza oltre mezzo milione di euro

Le analisi sulle ricadute economiche della manifestazione dedicata alla ceramica. Tante visite ai musei. Gli espositori hanno venduto in media un terzo delle opere presentate

Un’immagine dell’ultima edizione di Argillà: il sindaco Giovanni Malpezzi fra gli espositori

Un’immagine dell’ultima edizione di Argillà: il sindaco Giovanni Malpezzi fra gli espositori

Faenza (Ravenna), 20 settembre 2016 - Più di mezzo milione di euro: è il surplus generato da Argillà sul totale degli incassi di bar, ristoranti, alberghi e negozi nel primo weekend di settembre – 563 mila euro su un milione e 502mila (oltre un terzo dunque, calcolato in rapporto allo stesso fine settimana del 2015).

L’ha conteggiato lo studio di ricerca Jfc di Massimo Ferruzzi, analizzando i questionari posti ad espositori ed esercenti. Il dato aggregato racconta di un evento che ha fatto registrare il tutto esaurito in pressoché ciascuna struttura ricettiva, al punto che tra i turisti (per il 33% stranieri, con in testa francesi, tedeschi e britannici) alcuni hanno dovuto trovare alloggio a Brisighella ed in altri comuni limitrofi.

La media dei voti data dagli esercenti alla manifestazione sfiora i 9/10, attestandosi sull’8,8. Esulta il Mic: sebbene molti di essi fossero gratuiti, il Museo delle Ceramiche ha registrato un +850% sul totale degli ingressi (per un rotondo +500% di fatturato), toccando quota 2000. Sfiorano la quarta cifra anche teatro Masini e Museo Zauli, entrambi forti di 900 ingressi. Gongolano pure le casse comunali: gli introiti derivati dai parcheggi a pagamento hanno fatto segnare un notevole +43%.

I più interessanti sono i dati legati agli espositori. Circa l'80% ha dimostrato di apprezzare fra l'altro l'internazionalizzazione, l'organizzazione, l'affluenza di pubblico, gli eventi e le mostre collaterali. Per loro si è profilato un incasso medio di 1529 euro (a fronte di spese legate a trasferta e alloggio pari a 426 euro). In media, i ceramisti – che danno un voto pari a 7,1 ad Argillà – hanno venduto un terzo delle opere presentate (oltre sessanta pezzi, tendenzialmente di piccole dimensioni). Il dato – sottolinea il report – è sintomatico delle attese di parte degli artisti: tra loro c’è chi si aspettava numeri più confortanti dal punto di vista delle vendite. Anche per questo diversi ceramisti hanno evidenziato il numero di espositori a loro parere eccessivo, oltre che la minore qualità delle opere presentate. Per il vicesindaco Massimo Isola comunque «non esiste un problema legato agli espositori». Lo conferma l’analisi di Eugenio Emiliani: «Ridurre il numero di stand non necessariamente incrementerebbe le vendite. In un evento come Argillà è giusto che la scelta sia diversificata, spaziando dai piccoli pezzi d’artigianato alle opere d’arte di maggior valore. Il nostro target sono i visitatori. Davanti a numeri come quelli di quest’anno (tra 90 e 100mila arrivi stimati, ndr), gli espositori continueranno a scegliere Argillà». Tocca al presidente della Fondazione Mic delineare la rotta per il futuro. «Il museo è subentrato nella gestione di Argillà in aprile. La promozione è potuta partire a fine giugno, quando per eventi simili dovrebbe cominciare un anno prima. Ma tra un mese contiamo di poter già cominciare a lavorare all’edizione 2018».