Tempesta perfetta, la fotografia dei premi di Michele Palazzo

Il ravennate la scattò a New York: vince la sezione luoghi del National Geographic Italia

Lo scatto di New York avvolta nella neve (foto  Michele Palazzo)

Lo scatto di New York avvolta nella neve (foto Michele Palazzo)

Ravenna, 9 dicembre 2016 - Circa un anno fa la sua foto di una New York travolta dalla bufera fece il giro del mondo. Da quel momento lo scatto del ravennate Michele Palazzo ha vinto moltissimi premi, l’ultimo dei quali è l’ambito concorso annuale di fotografia di National Geographic Italia. Con l’immagine che ritrae il famoso Flatiron Building avvolto dalla tempesta di neve Jonas nell’alba di una giornata di fine gennaio si è aggiudicato il primo posto nella categoria Luoghi e Paesaggi. Non solo, sempre nella stessa categoria è arrivato secondo con uno scatto del complesso architettonico Habitat 67, di Montreal, in Canada.

Una lunga serie di premi, una foto che ha fatto il giro del mondo, eppure lei, Michele Palazzo, non è fotografo di mestiere. Questi scatti le hanno un po’ cambiato la vita?

«Sì, è stata una ventata bella e travolgente. Ho ricevuto premi in tutto il mondo, è stata pubblicata in moltissime riviste e questo mi ha cambiato la prospettiva sulla fotografia. Io sono un designer, lavoro come direttore creativo in un’agenzia di New York, la fotografia non l’ho mai considerata né solo un hobby, ma nemmeno un lavoro. La considero la mia arte e voglio dedicarvi più tempo».

Da quanto tempo fotografa?

«Da quando avevo 12 anni, mi ha accompagnato tutta la vita. Ora uno dei momenti di maggiore soddisfazione è stato avere il mio scatto, prodotto in edizione limitata, venduto da una galleria di New York».

Quella mattina, con la bufera, lei è uscito all’alba in strada e ha scattato. Si è trovato, come si dice, al posto giusto al momento giusto. Ma a cosa attribuisce il grande successo dell’immagine?

«Credo una combinazione di elementi: il fatto che sia legata a un evento atmosferico unico, l’atmosfera quasi magica, sospesa nel tempo, fuori da ogni epoca».

Più che foto sembra un dipinto.

«Sì, mi è stato detto. Mi piace pensare che mio padre, che era pittore, mi abbia trasmesso così la sua arte. Ne sarebbe orgoglioso».

Lei è ravennate e vive a New York. Le piacerebbe esporre le sue foto (sono tante quelle che hanno avuto importanti riconoscimenti) a Ravenna?

«Certo, è la mia città e mi piacerebbe. In autunno sarò in Italia tre mesi per partecipare al workshop fotografico di National Geographic e potrebbe essere l’occasione. Io ne sarei molto felice».