Fusignano, cane morì azzannato. La padrona verrà risarcita

Il giudice: "Il rapporto con l’animale completa la personalità"

Fusignano, zuffa tra cani, uno morì azzannato. Il giudice dispone di risarcire la padrona

Fusignano, zuffa tra cani, uno morì azzannato. Il giudice dispone di risarcire la padrona

Fusignano (Ravenna), 14 ottobre 2017 - Oscar, magnifico esemplare di golden retriever di 4 anni proveniente da un allevamento di Rimini, era morto dopo tre giorni di agonia. Un decesso arrivato in seguito a una zuffa con un cane del vicinato, un altro golden retriever: era bastato un morso sulla spina dorsale per fare cadere Oscar a terra su un fianco ormai paralizzato. E a nulla era valso il successivo ricovero in un’apposita struttura di Reggio Emilia.

Per quanto accaduto tre anni fa a Fusignano, il giudice Alessandra Medi ha di recente condannato i due proprietari dell’animale che ferì Oscar (quindi l’assicurazione che li tutela) a pagare poco più di 4mila euro di spese di lite. Ma soprattutto a risarcire la proprietaria dell’animale, un’avvocatessa fusignanese, con quasi 4.500 euro, di cui circa 3.500 per le spese mediche affrontate e per l’acquisto di un nuovo cucciolo. E altri 1.000 euro per «l’inevitabile sofferenza che consegue – si legge nella sentenza – quando il rapporto tra padrone e animale d’affezione viene meno». Del resto tale rapporto «costituisce espressione di una relazione di completamento e sviluppo della personalità individuale».

E questo è il punto, ciò che rende la vicenda di interesse diffuso. Vuoi perché la morte di un animale domestico è esperienza che ha toccato un po’ tutti. Vuoi perché l’inquadramento giuridico degli animali domestici è in rapida evoluzione, tanto che c’è chi vorrebbe fossero considerati membri della famiglia.

Il fatto risale al 10 giugno 2014. Secondo quanto esposto in citazione, è verso le 15-15.30 di quel giorno che l’avvocatessa, di ritorno in studio con il cane al guinzaglio, viene aggredita dall’altro golden retriever che la fa cadere. A quel punto il guinzaglio le scivola di mano e Oscar viene centrato con un morso sulla schiena e cade a terra inerme, là dove poi l’altro cane continua a morderlo. Versione confermata da un vicino che aveva visto la scena dalla finestra e che aveva aggiunto che il padrone del cane, dopo avere staccato l’animale dall’altro, si era adoperato per il messaggio cardiaco di Oscar.

Un altro vicino aveva invece sostenuto che i cani fossero entrambi senza guinzaglio e che Oscar fosse capitolato dopo alcuni minuti di zuffa: era stato il padrone del secondo golden a dividerli e a mettere il guinzaglio al suo. In ogni modo per il giudice l’animale gli era sfuggito dal controllo: e se ciò non fosse accaduto, «non si sarebbe verificato alcuno scontro tra animali». In questo senso, la responsabilità «ha carattere oggettivo: perché sussista, è sufficiente provare il nesso causale tra l’azione dell’animale e i danni da lui cagionati». Il padrone del cane, per non incappare in tutto ciò, «avrebbe dovuto fornire la prova del caso fortuito», cioè di un «evento estremo e imprevedibile». Prova che in questo caso «non può dirsi raggiunta».