Desio in carcere, le sue parole ai poliziotti

Condannato per sesso con ragazzini, l'ex sacerdote si è fatto portare via silenzioso e rassegnato

Giovanni Desio accompagnato in carcere

Giovanni Desio accompagnato in carcere

Ravenna, 19 novembre 2016 - «Vi aspettavo. Vi chiedo solo solo il tempo di lasciarmi fare l’ultima valigia». Questione di pochi minuti ancora, perché le prime due le aveva già preparate. L’ultima foto di Giovanni Desio è quella di un uomo silenzioso e rassegnato che a testa bassa si lascia portare via dalla polizia. Consapevole insomma che la condanna definitiva a otto anni e otto mesi per avere fatto sesso con quattro ragazzini tra i 12 e i 15 anni a lui affidati, non poteva che significare una sola cosa: il carcere.

E così quando ha visto quelli della squadra Mobile che giovedì sera da Ravenna lo sono andati a prendere nella struttura di Barza d’Ispra, nel Varesino, dove si trovava ai domiciliari, si è lasciato portare via senza fare storie. Trenta chilometri in silenzio quelli che lo hanno separato dal carcere di Varese; per ironia della sorte condivisi con alcuni di quegli stessi poliziotti che il 5 aprile del 2014 lo avevano arrestato in canonica a Casal Borsetti. Altri tempi quelli per lo Zio John, come lo chiamavano i suoi fedelissimi. L’apice di una parabola che nei 13 anni di sacerdozio nella parrocchia rivierasca lo aveva visto a più riprese contestato (ma anche osannato).

Una storia da film la sua con una vocazione tardiva che non lo aveva mai strappato alla sua passione per il cinema e per altri dettagli secolari. Come quella Bmw X1 da 35 mila euro con la quale un paio di mesi prima dell’arresto era finito nel canale guidando in forte stato di ebbrezza. Con il senno di poi, qualcuno ci aveva visto la prova dell’esistenza del divino: Desio salvato in extremis da alcuni parrocchiani poco prima che il suo suv si inabissasse; sottratto da morte certa ma solo per essere restituito alla giustizia degli uomini. Perché se i suoi giorni fossero finiti lì e in quel momento, il fascicolo per quanto successo ai quattro ragazzini non sarebbe mai esistito.

Era infatti accaduto che Zio John nella smania di recuperare la faccia, avesse usato il profilo Facebook di uno dei quattro per inveire contro la stampa locale a suo parere troppo dura nei suoi confronti. Parole di fuoco che avevano insospettito il padre del ragazzino: vuoi per la loro virulenza, vuoi perché scritte in orario di scuola. Un chiarimento domestico era bastato ad aprire una voragine oltre che un fascicolo.

E la storia della Bmw nel canale s’era trasformata in una storia senza via d’uscita. L’apice del sacerdozio di don Desio con il clamoroso arresto proprio mentre una coppia di giovani stava facendo le prove di matrimonio. Per l’ultima volta ancora era stato Zio John quando ai due innamorati aveva detto con vigore: «Aspettate, torno subito». Solo due anni fa, eppure così lontano dal quel «vi aspettavo» pronunciato con un filo di voce alla polizia andata a prenderlo per portarlo in carcere.